domenica 8 maggio 2011

Il carcere: roba da poveri!


Tanzi in carcere
ma non troppo

Jeff Skilling, amministratore delegato di Enron e regista del relativo crac: 24 anni di reclusione (li sta scontando). Bernard Madoff, titolare di Bernard Madoff Investment Securities, responsabile di truffa ai danni dei suoi clienti: 150 anni di reclusione (li sta scontando). Calisto Tanzi, “patron” di Parmalat, responsabile del relativo crac: 8 anni e 1 mese di reclusione; è stato arrestato ieri.

24 e 150 anni di reclusione stanno a 8 come un Paese serio come gli Usa sta a uno ridicolo come l’Italia, come l’etica imprenditoriale americana sta alla disinvolta impunità truffaldina degli imprenditori italiani,

 come una giustizia efficiente e rispettata sta a una giustizia impotente e delegittimata.
 C’è poco da fare, in Italia delitto e castigo sono una catena causale meramente eventuale; 
anche per via della confessione e del paterno “va e non peccare più” che ci viene propinato 
come regola di vita fin dalla nascita.

Ma sempre 8 anni sono, si potrebbe dire: per un condannato di 72 anni 

significa passare il resto della vita in prigione.
 E si potrebbe convenirne: in fondo 150 anni di carcere sono irrealistici, 
a che serve una condanna così?
 Eh, per servire serve; equivale a dire: ti mettiamo dentro e buttiamo via la chiave.
 Qualcun altro con gli stessi progetti probabilmente ci ripensa.
 Ma comunque anche 8 anni non sono male. 
Peccato che Tanzi non ne farà nemmeno uno
anzi nemmeno 15 giorni; anzi forse nemmeno una settimana.


Come mai? Perché in Italia stiamo; e le sue leggi schizofreniche,
 perdonistiche e interessate ci scontiamo; magari domani tocca a me, 
pensa la metà del Parlamento e del governo.
 Prima di tutto Tanzi si è già fatti, per via della vituperata carcerazione preventiva, 
7 mesi di prigione che, naturalmente, adesso vanno calcolati; 
quindi gli restano da fare 7 anni e 4 mesi. 
Solo che la nostra previdente classe politica, tutta unita,
 maggioranza e opposizione (ma non l’Idv e nemmeno, va detto, Lega e An),
 nel 2006 ha emanato l’ennesimo condono (detto anche indulto) in forza del quale, 
per i reati commessi fino al maggio 2006, 3 anni di pena sono azzerati:
 se uno è stato condannato a 3 anni, non si fa nemmeno un giorno; 
se è stato condannato a 6 anni, se ne fa (teoricamente, adesso lo spiegherò) solo 3.
 Il reato di Tanzi è terminato nel 2003.


Quindi, dei suoi 7 anni e 4 mesi, dopo l’applicazione dell’indulto, 
ne restano 4,4. Bè, meglio di niente. 
Eh no, perché, per via dell’art. 47 dell’ordinamento penitenziario, 
quando restano da scontare 3 anni di pena, si può essere affidati in prova al servizio sociale;
 cioè, te ne vai a casa e vieni applicato a servizi socialmente utili.
 Per dire, Previti mi pare che abbia lavorato per l’infanzia derelitta, una cosa così.
 Chissà cosa si inventeranno per Tanzi: la cottura in forno delle merendine congelate potrebbe essere una soluzione.


Comunque, al netto di pre-sofferto, indulto e affidamento in prova, 
Tanzi dovrebbe scontare 1 anno e 4 mesi di prigione, roba che se lo vengono
 a sapere Skilling e Madoff si tagliano le vene per non aver pensato di mettere 
su i loro affarucci in Italia. Allora Tanzi si farà 1 anno e 4 mesi di prigione?
 No, nemmeno questo: perché l’articolo 47 ter dell’ordinamento penitenziario prevede 
che chi ha più di 70 anni può scontarsi la galera a casa sua
se ne sta in poltrona, fa i suoi affari per telefono, fax ed e-mail, 
dà le disposizioni che crede per gestirsi i suoi tesoretti nascosti,
 il tutto nel pieno rispetto della legge; basta che non esca e, come si dice, il suo debito alla società è pagato.


Ma allora, perché lo hanno messo in prigione?
 Una roba tipicamente italiana.
 Tutti lo sanno che le cose stanno come ho descritto sopra; ma, formalmente, 
Tanzi deve scontare 8 anni e 1 mese; quindi deve andare in galera; 
ne uscirà quasi subito ma la legge è legge. 
Intanto il solito tran tran: istanze dei difensori, parere del pm, provvedimento del giudice.
 Per via dell’età avanzata e dei problemi di salute (chi non li ha a 72 anni?), 
gli arresti domiciliari sono una certezza
Quanto tempo prenderà tutto questo? Una settimana, appunto. 
Quod erat demonstrandum.


Il Fatto Quotidiano, 7 maggio 2011 

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