Jeff Skilling, amministratore delegato di Enron e regista del relativo crac: 24 anni di reclusione (li sta scontando). Bernard Madoff, titolare di Bernard Madoff Investment Securities, responsabile di truffa ai danni dei suoi clienti: 150 anni di reclusione (li sta scontando). Calisto Tanzi, “patron” di Parmalat, responsabile del relativo crac: 8 anni e 1 mese di reclusione; è stato arrestato ieri.
24 e 150 anni di reclusione stanno a 8 come un Paese serio come gli Usa sta a uno ridicolo come l’Italia, come l’etica imprenditoriale americana sta alla disinvolta impunità truffaldina degli imprenditori italiani,
come una giustizia efficiente e rispettata sta a una giustizia impotente e delegittimata.
C’è poco da fare, in Italia delitto e castigo sono una catena causale meramente eventuale;
anche per via della confessione e del paterno “va e non peccare più” che ci viene propinato
come regola di vita fin dalla nascita.
Ma sempre 8 anni sono, si potrebbe dire: per un condannato di 72 anni
significa passare il resto della vita in prigione.
E si potrebbe convenirne: in fondo 150 anni di carcere sono irrealistici,
a che serve una condanna così?
Eh, per servire serve; equivale a dire: ti mettiamo dentro e buttiamo via la chiave.
Qualcun altro con gli stessi progetti probabilmente ci ripensa.
Ma comunque anche 8 anni non sono male.
Peccato che Tanzi non ne farà nemmeno uno;
anzi nemmeno 15 giorni; anzi forse nemmeno una settimana.
Come mai? Perché in Italia stiamo; e le sue leggi schizofreniche,
perdonistiche e interessate ci scontiamo; magari domani tocca a me,
pensa la metà del Parlamento e del governo.
Prima di tutto Tanzi si è già fatti, per via della vituperata carcerazione preventiva,
7 mesi di prigione che, naturalmente, adesso vanno calcolati;
quindi gli restano da fare 7 anni e 4 mesi.
Solo che la nostra previdente classe politica, tutta unita,
maggioranza e opposizione (ma non l’Idv e nemmeno, va detto, Lega e An),
nel 2006 ha emanato l’ennesimo condono (detto anche indulto) in forza del quale,
per i reati commessi fino al maggio 2006, 3 anni di pena sono azzerati:
se uno è stato condannato a 3 anni, non si fa nemmeno un giorno;
se è stato condannato a 6 anni, se ne fa (teoricamente, adesso lo spiegherò) solo 3.
Il reato di Tanzi è terminato nel 2003.
Quindi, dei suoi 7 anni e 4 mesi, dopo l’applicazione dell’indulto,
ne restano 4,4. Bè, meglio di niente.
Eh no, perché, per via dell’art. 47 dell’ordinamento penitenziario,
quando restano da scontare 3 anni di pena, si può essere affidati in prova al servizio sociale;
cioè, te ne vai a casa e vieni applicato a servizi socialmente utili.
Per dire, Previti mi pare che abbia lavorato per l’infanzia derelitta, una cosa così.
Chissà cosa si inventeranno per Tanzi: la cottura in forno delle merendine congelate potrebbe essere una soluzione.
Comunque, al netto di pre-sofferto, indulto e affidamento in prova,
Tanzi dovrebbe scontare 1 anno e 4 mesi di prigione, roba che se lo vengono
a sapere Skilling e Madoff si tagliano le vene per non aver pensato di mettere
su i loro affarucci in Italia. Allora Tanzi si farà 1 anno e 4 mesi di prigione?
No, nemmeno questo: perché l’articolo 47 ter dell’ordinamento penitenziario prevede
che chi ha più di 70 anni può scontarsi la galera a casa sua:
se ne sta in poltrona, fa i suoi affari per telefono, fax ed e-mail,
dà le disposizioni che crede per gestirsi i suoi tesoretti nascosti,
il tutto nel pieno rispetto della legge; basta che non esca e, come si dice, il suo debito alla società è pagato.
Ma allora, perché lo hanno messo in prigione?
Una roba tipicamente italiana.
Tutti lo sanno che le cose stanno come ho descritto sopra; ma, formalmente,
Tanzi deve scontare 8 anni e 1 mese; quindi deve andare in galera;
ne uscirà quasi subito ma la legge è legge.
Intanto il solito tran tran: istanze dei difensori, parere del pm, provvedimento del giudice.
Per via dell’età avanzata e dei problemi di salute (chi non li ha a 72 anni?),
gli arresti domiciliari sono una certezza.
Quanto tempo prenderà tutto questo? Una settimana, appunto.
Quod erat demonstrandum.
Il Fatto Quotidiano, 7 maggio 2011
24 e 150 anni di reclusione stanno a 8 come un Paese serio come gli Usa sta a uno ridicolo come l’Italia, come l’etica imprenditoriale americana sta alla disinvolta impunità truffaldina degli imprenditori italiani,
come una giustizia efficiente e rispettata sta a una giustizia impotente e delegittimata.
C’è poco da fare, in Italia delitto e castigo sono una catena causale meramente eventuale;
anche per via della confessione e del paterno “va e non peccare più” che ci viene propinato
come regola di vita fin dalla nascita.
Ma sempre 8 anni sono, si potrebbe dire: per un condannato di 72 anni
significa passare il resto della vita in prigione.
E si potrebbe convenirne: in fondo 150 anni di carcere sono irrealistici,
a che serve una condanna così?
Eh, per servire serve; equivale a dire: ti mettiamo dentro e buttiamo via la chiave.
Qualcun altro con gli stessi progetti probabilmente ci ripensa.
Ma comunque anche 8 anni non sono male.
Peccato che Tanzi non ne farà nemmeno uno;
anzi nemmeno 15 giorni; anzi forse nemmeno una settimana.
Come mai? Perché in Italia stiamo; e le sue leggi schizofreniche,
perdonistiche e interessate ci scontiamo; magari domani tocca a me,
pensa la metà del Parlamento e del governo.
Prima di tutto Tanzi si è già fatti, per via della vituperata carcerazione preventiva,
7 mesi di prigione che, naturalmente, adesso vanno calcolati;
quindi gli restano da fare 7 anni e 4 mesi.
Solo che la nostra previdente classe politica, tutta unita,
maggioranza e opposizione (ma non l’Idv e nemmeno, va detto, Lega e An),
nel 2006 ha emanato l’ennesimo condono (detto anche indulto) in forza del quale,
per i reati commessi fino al maggio 2006, 3 anni di pena sono azzerati:
se uno è stato condannato a 3 anni, non si fa nemmeno un giorno;
se è stato condannato a 6 anni, se ne fa (teoricamente, adesso lo spiegherò) solo 3.
Il reato di Tanzi è terminato nel 2003.
Quindi, dei suoi 7 anni e 4 mesi, dopo l’applicazione dell’indulto,
ne restano 4,4. Bè, meglio di niente.
Eh no, perché, per via dell’art. 47 dell’ordinamento penitenziario,
quando restano da scontare 3 anni di pena, si può essere affidati in prova al servizio sociale;
cioè, te ne vai a casa e vieni applicato a servizi socialmente utili.
Per dire, Previti mi pare che abbia lavorato per l’infanzia derelitta, una cosa così.
Chissà cosa si inventeranno per Tanzi: la cottura in forno delle merendine congelate potrebbe essere una soluzione.
Comunque, al netto di pre-sofferto, indulto e affidamento in prova,
Tanzi dovrebbe scontare 1 anno e 4 mesi di prigione, roba che se lo vengono
a sapere Skilling e Madoff si tagliano le vene per non aver pensato di mettere
su i loro affarucci in Italia. Allora Tanzi si farà 1 anno e 4 mesi di prigione?
No, nemmeno questo: perché l’articolo 47 ter dell’ordinamento penitenziario prevede
che chi ha più di 70 anni può scontarsi la galera a casa sua:
se ne sta in poltrona, fa i suoi affari per telefono, fax ed e-mail,
dà le disposizioni che crede per gestirsi i suoi tesoretti nascosti,
il tutto nel pieno rispetto della legge; basta che non esca e, come si dice, il suo debito alla società è pagato.
Ma allora, perché lo hanno messo in prigione?
Una roba tipicamente italiana.
Tutti lo sanno che le cose stanno come ho descritto sopra; ma, formalmente,
Tanzi deve scontare 8 anni e 1 mese; quindi deve andare in galera;
ne uscirà quasi subito ma la legge è legge.
Intanto il solito tran tran: istanze dei difensori, parere del pm, provvedimento del giudice.
Per via dell’età avanzata e dei problemi di salute (chi non li ha a 72 anni?),
gli arresti domiciliari sono una certezza.
Quanto tempo prenderà tutto questo? Una settimana, appunto.
Quod erat demonstrandum.
Il Fatto Quotidiano, 7 maggio 2011
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