domenica 15 maggio 2011

Il sindacalista preannuncia interventi pesanti dopo la visita a Torre del Gallo: «Ho visto condizioni a limite della legalità"


Pavia, 15 maggio 2011 - Doppia visita della Uil Penitenziari nelle carceri pavesi. Il tour del sindacato, tra le altre figure territoriali, ha visto la presenza del Segretario Generale Eugenio Sarno al “Piccolini” di Vigevano e del Segretario Regionale lombardo Gian Luigi Madonia al “Torre del Gallo” di Pavia.
Due visite con esiti diametralmente opposti. «Al di là dell’impatto iniziale relativo al prospetto degli edifici esterni dell’istituto, certamente bisognosi di essere ristrutturati, il carcere di Vigevano nel complesso — sostiene Sarno — si presenta positivamente, sia dal punto di vista strutturale che da quello organizzativo». «Sono davvero stupito — attacca invece Madonia — di come due strutture praticamente identiche, costruite negli stessi anni, possano presentarsi così diversamente. A Pavia, a parte la prospettiva di ingresso piena di verde e di spazi igienicamente sani, entrando all’interno della struttura si vive una vera e propria escalation di brutture, fatta di ambienti sporchi, cancelli sudici e pareti piene di macchie e muffa. Da quello che ho visto, probabilmente, l’ultima tinteggiatura è stata fatta 10 anni fa».

Il sindacalista preannuncia interventi pesanti dopo la visita a Torre del Gallo: «Ho visto condizioni a limite della legalità: infiltrazioni d’acqua su quadri elettrici, assenza di misure di sicurezza e posti di servizio igienicamente invivibili. Mi riservo di fare un esposto all’Asl ed alle autorità dipartimentali competenti. Il personale di Polizia Penitenziaria che presta servizio, soprattutto in alcuni settori, è esposto a rischi notevoli. Può rimanere folgorato da probabili cortocircuiti o essere arrostito dalle conseguenti fiamme. In tutto questo contesto ho rilevato che alcuni posti di servizio sono addirittura privi di misure antincendio».
Accuse pesanti quelle di Gian Luigi Madonia: «Mi chiedo: dove sono i vertici dell’Istituto? E soprattutto, dov’è il Responsabile del Servizio di Protezione e Prevenzione? Chi conosce la situazione e non fa nulla per risolverla è evidente che si fa complice dello scempio ed è certamente responsabile di eventuali incidenti o delle spiacevoli conseguenze per il personale». Oltre alle problematiche strutturali, Madonia coglie l’occasione per criticare anche l’aspetto dell’organizzazione: «A Pavia la presenza dei detenuti raggiunge quasi il doppio della capienza regolamentare. I posti previsti sarebbero 244.
Oggi a Pavia sono ristretti 480 persone. Una situazione che chiaramente comprime gli spazi dei reclusi ed abbatte al minimo i livelli di civiltà. Una evidente condizione di insofferenza che si riverbera sull’intero sistema e sull’agente di sezione che quotidianamente è costretto a gestire le emergenze e ad improvvisarsi psicologo. Grazie all’impegno costante della Polizia Penitenziaria di Pavia, infatti, fortunatamente, i numeri degli eventi critici sono davvero irrisori».
di Stefano Zanette
http://www.ilgiorno.it/

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