lunedì 9 maggio 2011

lLestate è alle porte, in carcere si muore e i politici nicchiano

Ristretti Orizzonti, 8 maggio 2011



Il grande caldo è in arrivo 

e come ogni anno nelle carceri 


italiane la detenzione, nella 

maggior parte dei casi già 

illegale, diventerà ancora 

una volta tortura.

Ancora due suicidi. Nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa e a Le Vallette a Torino, due uomini si sono impiccati. Il senso di smarrimento, la perdita di dignità, l’abbandono sono le cause dei tantissimi suicidi nelle carceri italiane. Dall’inizio del 2011, sono stati 21.
Per la maggior parte giovanissime vite spezzate a cui doveva essere tolta la sola libertà, ma sono state private dei più elementari diritti, umiliate, dall’istituzione pubblica a cui erano affidate. In questi 4 mesi del nuovo anno, i morti sono stati 60.
Ogni mese 15 morti, uno ogni 2 giorni. In carcere si entra sani, poi spesso ci si ammala per il sovraffollamento, per l’immobilità, per le condizioni igienico-sanitarie precarie e si muore. Quando non si muore, la malattia deve essere sopportata in attesa di cure e, anche se le condizioni sono gravi e inducono sofferenza, si attendono mesi per interventi che dovrebbero essere affrontati con la massima urgenza.
Le temperature intanto salgono e, con il caldo, non arriveranno provvedimenti da parte del Governo o del Parlamento, ma solo le immancabili visite di ferragosto ai detenuti. Una giornata di penitenza che solo pochi politici sentono veramente, mentre per la maggior parte è una “vetrina” come un’altra per proclamare le solite cose e cioè che le condizioni di vita negli Istituti di Pena sono vergognose ed è necessario intervenire senza indugi.
L’estate scorsa vi fu una moltitudine trasversale di parlamentari e consiglieri regionali che, grazie all’iniziativa dei Radicali, visitò le carceri, poi nulla è cambiato. Nulla cambia eppure lo “stato di emergenza” proclamato dal Consiglio dei Ministri nel gennaio 2010 è stato prorogato. Nel confronto parlamentare appena iniziato, il Governo nell’introdurre il dibattito ha fatto riferimento alle solite risorse promesse da tempo e mai arrivate, alle solite iniziative da intraprendere e mai intraprese. Cittadini condannati perché hanno commesso un reato e cittadini in attesa che un processo accerti se lo hanno commesso, sono detenuti illegalmente e spesso destinati a morire, mentre lo Stato nicchia.

Avv. Riccardo Polidoro
Presidente “Il Carcere Possibile Onlus”
Camera Penale di Napoli

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