lunedì 9 maggio 2011


Il carcere si apre per la festa della mamma

INIZIATIVE SOCIALI. Nella casa circondariale di Montorio si è svolto anche quest'anno «Bimbi dentro» , un pomeriggio di condivisione e di svago rivolto alle detenute
All'incontro hanno partecipato anche i genitori delle recluse A rallegrare l'atmosfera giochi con i clown e brani musicali
08/05/2011
Zoom Foto
Mamme e bambini hanno la possibilità di incontrarsi e divertirsi, per una giornata, all'interno del carcere di Montorio
Il carcere priva di molte cose ma non del diritto ad essere genitori. Per questo ieri la casa circondariale di Montorio ha aperto le porte ai figli delle detenute, per consentire loro di celebrare la festa della mamma. L'iniziativa «Bimbi dentro», voluta da Margherita Forestan, garante per i diritti dei detenuti, figura istituita dal consiglio comunale di Verona, si è ripetuta per il secondo anno, grazie all'appoggio del direttore del carcere, Antonio Fullone, con una novità, il permesso a partecipare anche alle mamme delle recluse.
Per quattro ore, in un'atmosfera informale e distesa, le detenute hanno potuto vivere un momento di amore familiare, abbracciando i propri figli e trascorrendo con loro una mezza giornata preziosa.
«Normalmente gli incontri con la famiglia si svolgono nell'unica ora a settimana riservata ai colloqui, nell'ambiente freddo del parlatorio, in cui è difficile mostrare affettività», spiega la garante. «Per questo abbiamo voluto introdurre un momento diverso, in cui poter esprimere liberamente le proprie emozioni e rinsaldare il rapporto con i figli, che il carcere tende a recidere».
Per rendere l'atmosfera allegra e piacevole sono stati coinvolti i clown Brillantina, Pinky, Arcobaleno, Sottiletta e Soleluna dell'Associazione EssereClownVerona Onlus, organizzazione che si occupa di regalare un sorriso alle persone in difficoltà. «Il rapporto con il mondo esterno, in particolare con i familiari, è molto duro per chi è in carcere», racconta Giuseppina Pedà, funzionario giuridico pedagogico, «c'è vergogna, senso di colpa, a volte le madri non vogliono neanche vedere i propri figli. Invece la famiglia è fondamentale per il loro recupero ed il futuro reinserimento nella società. Lo scopo del carcere è quello della rieducazione, i detenuti non devono essere considerati un mondo a parte, separato dalla vita cittadina, in cui prima o poi ritorneranno».
La casa circondariale di Montorio ospita al momento 900 persone, di cui 59 donne, una decina delle quali con figli minori, che sono arrivati ieri nel cortile della sezione femminile per godere dell'opportunità di trascorrere tempo di qualità con le proprie madri, pranzando con loro, cosa di norma impossibile, giocando o semplicemente tenendosi per mano, trasmettendosi tutto l'amore che provano. Vedere che anche altri bambini convivono con la stessa difficile situazione è di conforto per i piccoli, limitando il senso di disagio e di emarginazione, rispetto al tessuto sociale.
«Il carcere impone un distacco arduo da ricucire», conclude Antonia Pavesi, presidente della commissione comunale servizi sociali. «È fondamentale invece tenere saldi i legami familiari e la madre è il fulcro della famiglia. Nonostante la loro condizione di detenute, hanno potuto vivere oggi un momento di normalità».
La giornata è stata animata da giochi, scherzi e palloncini creati dai clown, mentre il gruppo di chitarra della sezione femminile del carcere si è occupata dell'intrattenimento musicale. Prossimo obiettivo: organizzare in carcere anche la festa del papà.
Elisa Innocenti 

Fonte: http://www.larena.it/

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