20/04/2009
“È importante che voi vi chiediate il perché certi ragazzi delinquono: a volte è a causa dell’invidia, magari nei confronti di un cellulare più bello del proprio che viene così rubato, ma a volte può essere a causa della fame. Per questo io non giudico le persone che arrivano in carcere ma cerco invece di capire perché sono arrivate fin li, cercando un modo per aiutarle”.
Per molti ragazzi italiani le persone contano poco o niente, sono più propensi alla difesa che al rapporto con gli altri: dovete fare amicizia, vivere con gli altri, amarvi, soltanto così è possibile avere una vita bella ed appagante”.
Articolo di R.B. su CasateOnLine
“Non giudicate, mai: è troppo facile etichettare qualcuno come assassino o come ladro.
Chiedetevi sempre il perché una persona arriva a fare certe cose, interrogatevi su cosa può averli spinti a compiere un gesto così estremo”.
Così ha esordito don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile Beccaria, durante l’incontro di questa mattina con gli studenti del triennio dell’istituto Greppi di Monticello.
Dopo l’esperienza con gli alunni del Fumagalli, Don Gino ha voluto raccontare ai ragazzi ed alle ragazze della scuola la propria esperienza sul tema “Testimonianze dal carcere”, maturata nel corso di un trentennio vissuto fianco a fianco con i giovani detenuti e con quanti, usciti di prigione, trovano accoglienza nella comunità da lui stesso fondata allo scopo di reinserire i ragazzi nella società.
Nel corso dell’incontro, davanti allo sguardo incuriosito degli studenti su un tema forse troppo poco dibattuto tra le aule delle scuole, i villagreppini hanno assistito ad alcuni racconti di don Gino su alcuni casi incontrati durante le sue visite alle carceri: “ho visto ragazzi stranieri arrivare in carcere perché colpevoli di aver rubato una semplice mozzarella in un supermercato. In Italia dicono che non ci sia certezza della pena, ma per i poveri c’è sempre, e addirittura esagerata. Poi, spesso, si tende a dare la colpa allo straniero. Vi darò una notizia: nelle nostre carceri la maggior parte dei ragazzi sono italiani con un preoccupante dato in comune, quello della violenza.
Fonte: Villa Greppi High school
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