venerdì 15 luglio 2011

7 kg in 7 giorni : la dieta del detenuto


Ansa, 13 luglio 2011  “Vorrei presentare un’interrogazione su una questione che andrebbe chiarita: quella delle cucine delle carceri. 
Sembra che l’appalto sia stato vinto da una sola ditta per tutta Italia che, con 3,8 euro, fornisce a ogni detenuto colazione, pranzo e cena. Come fanno non si sa... avranno qualche santo...”. 
Così la deputata radicale Rita Bernardini è intervenuta alla conferenza sulla vicenda di Ismail Ltaief, “nuovo caso Cucchi del carcere di Velletri”. “Il guadagno di questa ditta appaltatrice - ha detto Bernardini - starebbe nei prodotti venduti all’interno delle carceri, alimentari e non, che hanno prezzi di molto superiori a quelli di un normale supermercato. I detenuti e le loro famiglie si svenano per acquistarli”.

I santi in paradiso non appartengono al parentado dei detenuti, altrimenti non sarebbero tali....
Leggiamo con piacere che finalmente qualcuno si sia accorto di un problema che attanaglia i connazionali ospiti graditi degli "Hotel Millerighe" ,  catene in franchising disseminate su tutto il territorio nazionale.

Noi, novellini del problema,
 ce l'eravamo data dal primo approccio.

Provino i nostri politici a nutrirsi con poco più di 3 euro al giorno... altro che sciopero della fame.
non escono manco i  3 cappuccini al giorno dell'eroico leader!

Come se la cavano le famiglie?
ecco un resoconto :

" Cinque mesi di detenzione , 100 i km di distanza dal carcere: calcolo di spesa approssimato per difetto ?
EURO 3000, escludendo le spese legali "

Il problema è vetusto....

Qualita della vita: le urla dallo stomaco Carcere
Postato il Venerdì, 02 gennaio ore 07,01 di rewind
Carcere

Su Repubblica del 14 dicembre ’08, Gabriele Cereda scriveva:
La crisi entra a San Vittore. "I detenuti poveri hanno fame"A digiuno. Senza carta igienica. Privi di sapone per lavarsi. Da alcuni mesi sono queste le condizioni di vita dei reclusi di San Vittore.


A San Vittore, il listino dei beni alimentari è calcolato sulla base dei prezzi dei supermercati del centro. Troppo alti, quindi, per una fetta sempre più grande di detenuti, la maggior parte dei quali extracomunitari. Dallo scorso luglio, spesso è capitato che i carcerati delle ultime celle rimanessero a bocca asciutta o che si siano dovuti accontentare degli avanzi. «In alcune sezioni del sesto raggio, su 140 detenuti si è riusciti a garantire il pasto a 90», precisa Giorgio Bertazzini, garante dei detenuti della provincia di Milano. «L´emergenza è stata mitigata con l´intervento di alcune associazioni di volontariato, che hanno fornito all´istituto il necessario», replica la direttrice Gloria Manzelli.
Le cose non sono destinate a migliorare. Nella Finanziaria 2009 sono previsti 133 milioni di euro di tagli per il Dipartimento di amministrazione penitenziaria. Per ora, le emergenze si affrontano con l´aiuto delle associazioni. Da sola, la banca telematica di solidarietà, da giugno a questa settimana, ha consegnato oltre 400 chili di pacchi alimentari e migliaia di rotoli di carta igienica. «C´è una facciata di progettazione, penso al cd prodotto dai reclusi, che nasconde una situazione drammatica - puntualizza Francesca Corso, assessore provinciale per l´Integrazione dei detenuti - Occorre convocare un tavolo istituzionale per fronteggiare quest´emergenza».
Come leggete la situazione è sempre ai limiti.
Sapete anche voi quanto è importante una alimentazione corretta e sana, e pur mettendoci volontà, spesso molti di noi devono ricorrere ad integratori alimentari per supplire a carenze che ci arrivano da difficoltà ad ingerire cibi solidi.
Andiamo in farmacia e li comperiamo, in alcuni casi ci vengono forniti dai nostri medici curanti e comunque li reperiamo senza difficoltà.
In carcere se ti viene una comunissima candida, e non riesci a deglutire nulla di solido sei quasi fottuto.
Se sei senza soldi sei fottuto di certo.
Solo una volta nel 1997 mi risulta che nel carcere di Cremona fornivano confezioni in brik di fortimel, solo per due mesi, poi anche li le scorte sono finite.
Purtroppo la descrizione che fa Gabriele Cereda è veritiera.
Ho messo piede in carcere la prima volta nel 1984, quando la solidarietà tra detenuti esisteva ancora e nessuna faceva la fame, poi negli anni novanta l’aria è cambiata e bisognava stare attenti a non dire di essere hiv+ perché era durissima e  ti  ritrovavi isolato come in un lazzaretto, poi tra la fine degli anni 90 ad oggi, il carcere ha cambiato volto e oggi la stragrande maggioranza è extracomunitaria con usi e costumi che si sono scontrati prepotentemente con i nostri e hanno causato una frattura.
Ora in carcere è solo un si salvi chi può, oppure mi coltivo il mio orticello e “chissenefotte”, tutto attaccato, degli altri.
Il più delle volte se si entra in carcere con una patologia cronica, se ne esce con una cronicità aggravata, senza nulla togliere ai tanti medici bravi, ai molti agenti che con impegno si applicano al lavoro, ma è la struttura vetusta della burocrazia carceraria che è come un bradipo in un pantano.
Provate ad urlare con il fango in bocca!
Rewind


Vetusto e più grave di quello percepito d Rita Bernardini:
merola: «al dozza finiti i soldi anche per i pasti»Dal prossimo autunno il carcere della Dozza di Bologna non avrà più un euro neanche per fornire i pasti ai detenuti. È l'allarme lanciato dal sindaco Virginio Merola, al termine della visita effettuata ieri mattina nel carcere dove da sabato scorso gli oltre 1100 detenuti (capienza regolare 497) hanno cominciato una protesta pacifica - rifiuto del vitto e battitura dei ferri - contro il sovraffollamento. Anche gli agenti di custodia, che denunciano di essere sottodimensionati (390 anziché 500), appoggiano la protesta dei detenuti e denunciano la riduzione dei fondi di ordinaria gestione che sta portando «ad un empasse totale». «La situazione alla Dozza è ancora sotto controllo grazie alla collaborazione tra detenuti e agenti di custodia - ha raccontato Merola al termine della visita - La direttrice della casa circondariale ha spiegato che ha a disposizione un budget da 60 mila euro, cifra che non permette di coprire il costo dei pasti da ottobre e neppure riparare le auto, o fare benzina, alle auto degli agenti di custodia». Il comune, ha assicurato il sindaco, offrirà un contributo economico e cercherà «forme di sostegno per i percorsi di reinserimento dei reclusi».
fonte: http://mobile.ilmanifesto.it/
Ringraziamo i Radicali per aver aperto gli occhi : MEGLIO TARDI CHE MAI

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