giovedì 14 luglio 2011

Carcere di Marassi: l'apparenza inganna

 Dal sito RADIO CARCERE" di Riccardo Arena, 
sulle vessazioni subite dai detenuti: 


Caro Arena,
                  mi chiedo come sia possibile che all'interno del carcere di Marassi di Genova i detenuti che stanno male vengano malmenati da squadre punitive di 3 o 4 persone. 
Dove siamo hai tempi di guerra? E perchè tutto questo non viene scritto sui giornali?
 Bisogna far conoscere al mondo la verità. L'abuso di potere hai giorni d'oggi viene condannato e perchè a queste persone non viene fatto niente?
               
   In questa maniera il detenuto è costretto a stare in silenzio e subire le minacce e le percosse dei secondini che vengono pagati per sorvegliarli.
Mi sono trovata spesso a fare colloqui con mio figlio, loro hanno il diritto di fumare di trattarli male, ma che ci rimette è il ragazzo che all'interno deve scontare la pena.
                  Ci sono ragazzi in carcere per piccoli reati e vengono trattati come se fossero i peggiori criminali di questa terra.
 Ma guardiamoci intorno, quanti agenti di custodia trasgrediscono la legge portando all'interno del carcere cose proibite dalla legge, ma questo non si sa nulla e quelli che pagano sono i nostri figli!
                  L'ho sempre pensato, i veri delinquenti sono loro, indossano la divisa e non danno il buon esempio, anzi sono i prima a fare tutto contro la legge e se un genitore, risponde alle loro ingiustizie viene trattato male con il rischio far trasferire anche il detenuto che non c'entra niente.
Abbiamo il diritto di parlare e di dire quello che pensiamo, ma la nostra parola contro la loro non vale niente e dobbiamo sempre stare zitti!!!
                 Fra polizia penitenziaria e carabinieri, non c'è confronto, il carabiniere è molto più umano!
                   Con questo la saluto, anche se bisognerebbe scriverlo sui giornali!
                   Grazie! In fede
                   Giusy
"Spettabile Radio Carcere (Caro Riccardo Arena),
                      una breve cronaca e commento in relazione alla tua rubrica ed in particolare alla recente puntata sull'episodio(episodi?) del carcere di Marassi.
                      Seguo periodicamente, sia pure non assiduamente, le tue puntate di Radio Carcere, e desidero, prima di tutto, espremirti i miei complimenti per la competenza e serietà con la quale affronti una tale delicata problematica, di non
facile giornalismo.
                    Sabato scorso stavo svolgendo il mio turno di guardia in Ospedale; relativamente tranquillo, ma era caldo; stavo riordinando del materiale scientifico e per allentare il sopore pomeridiano stavo ascoltando alcune rubriche scaricate nella mia iPod; avevo optato per la rubrica da te diretta, Radio Carcere. L'argomento era sugli episodi di Marassi.
                    Dopo alcuni minuti, quasi incredulo, non capivo se stavo sognando o stavo ascoltando una fiction, riavvolsi il nasto e riavviai l'ascolto. La mia incredultà e stupore aumentavano con il progredire dell'ascolto. Stentavo a credere a ciò che stavo ascoltando. Si parlava di squadrette punitive che malmenavano i detenuti, di 12 detenuti per cella costratti a convivere per 22 ore al giono, di urina somministrata come terapia per quei detenuti che stavano male.
                     Decisi che il giorno dopo avrei fatto ascoltare la puntata anche ai miei familiari e a mio figlio, di 13, in particolare. Cosi avvenne. Dopo alcuni minuti mi chiesero se era una finzione o se era vero; alla mia risposta mi chiesero di interrompere perché non ce la faceva, era troppo forte. Subito dopo, però, mio figlio chiese di riascolare ed ascoltò il tutto in silenzio e con grande attenzione. Il giorno dopo mi chiese di essere accompagnato in libreria; acquistò due libri, uno di Martin Luter King, uno sulla Mafia; cercavo anche la ed.italiana di Rights of Man di Thomas Paine (un libro che sto leggendo ora, e che proporrei obbligatorio nel nostro ordinamento scolastico, ma sembra che non sia disponibile una ed. italiana, perlomeno qui a Milano).
                    Con un certo imbarazzo devo confessarti una po' di vergogna di vivere in questo paese; un paese dopo non si capisce più se siamo ancora in stato di diritto, e se dopo tanto parlare sia questa la soluzione operativa dendente al recupero sociale dei detenuti.
Ho deciso che farò alcuni CD's da dare ad amici e conoscenti e proporrò l'ascolto anche a scuola affinche insegnati, studenti e genitori possano sapere come vanno realmente le cose in tema di giustizia nel nostro paese.
Sono sempre più convinto che quello della Giustizia (Stato di Diritto, Certezza della Pena, giusto processo) sia realmente il principale problema del nostro paese.
                   Non sono ultragarantista: non pretendo che quegli agenti siamo puniti, ma una qualche azione di tipo formativo educazionale andrebbe promossa; ma certamente quel Direttore dovrebbe essere rimosso e mandato a fare un altro mestiere; è inadeguato a svolgere quello attuale.
Non sono ultregiustizialista: punizione a tutti i costi e a qualunque costo per i rei; ma il rispetto dei diritti elementari dell'uomo, anche se detenuti, andrebbero garantiti e tutelati.
Penso che il Sig.Mastella, invece che dell'ICI dovrebbe seriamente occuparsi e preoccuparsi di quel che stà avvendo nelle nostre carceri ed averne una più realistica visione.
                     Penso che in Sig. Mineo, attuale Direttore di Rai3 (non cito le altre reti televisive per la scandalosa censura mediatica in tema di diritti civili che essi stanno portando avanti), quando intende promuovere un servizio sulla tortura nel mondo ed inizia da Guantanamo (i suoi servizi, quarda caso, presentano sempre una certa  velatura antiamericana) dovrebbe invece documentarsi meglio su ciò che succede nel nostro Bel Paese.
                     Ritengo che molto sia da fare, soprattutto a livello di coscienze, in un paese nelle cui carceri operano squadrette punitive che malmenano detenuti (come nel caso di Marassi) e questure dove squadrette "della morte" massacrano a morte malcapitati fermati (come nel caso dell'episodio di Federico, a Ferrara).
Grazie per la cortese attenzione.
Auguri di buon lavoro. Un caro saluto"
                                      Lodi, 29 giugno
                                                                                              Vidmer

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