venerdì 22 luglio 2011

Modena: carcere senza sapone per i detenuti; lo compra chi può, pidocchi nella sezione femminile


di Saverio Cioce

La Gazzetta di Modena, 21 luglio 2011

Un frigorifero conquistato. E il prossimo obbiettivo è quello di un paio di congelatori per servire acqua fredda a 150 detenuti, che con 40° nelle celle, in tre per ogni stanza da nove metri quadrati, devono aspettare che passi un altro giorno, uguale al precedente.
“Ormai non so più che lingua parlare - sbotta Paola Cigarini, a capo dell’associazione Carcere Città che da anni lavora con i suoi volontari nel carcere di S. Anna - Tutti dicono che la situazione è intollerabile, che così non si può andare avanti ma nulla cambia; ma qual è la situazione dove nessuno può far nulla?
Il taglio dei fondi e i risparmi coatti hanno dato la mazzata finale a una situazione già grave. E ora mi sembra che siamo al delirio. Chi ha sete può bere solo l’acqua del rubinetto, calda o se va bene un poco più fresca quando si può miscelare con quella delle bottiglie ghiacciate dai congelatori.
Sempre che funzionino, naturalmente: per tutto il carcere ce ne sono sei, uno per ogni 75 detenuti, ma ora due sono rotti e non ci sono fondi per aggiustarli. Ho mandato lettere a Coop e Conad per trovarne due anche vecchi e dismessi ma funzionanti e aspetto una risposta. Per il resto facciamo i conti con i tagli di fondi da parte del ministero”. Per il carcere modenese questo significa che da due settimane non vengono più passate nè le bustine di sciampo nè i dentifrici e neppure i detergenti per le celle.
“Chi ha il conto a zero euro, e questo vale per più della metà dei detenuti - prosegue con amarezza la Cigarini - può avere 10 euro ogni due mesi grazie a “Porta Aperta al Carcere”: a quel punto l’alternativa è tra una saponetta in più o un pacchetto di sigarette. Ancora una volta i cittadini devono organizzarsi da soli per far fronte all’assenza dello Stato.
Noi dal canto nostro ci occupiamo principalmente delle sezione femminile e siccome ci sono numeri più piccoli possiamo dare 10 euro a settimana, autotassandoci. Così almeno i detergenti sono assicurati anche se i pidocchi fanno strage. In serata avevamo programmato una cocomerata con le detenute durante un’ora d’aria; ci abbiamo rinunciato perché dieci donne su 29 hanno problemi di pediculosi e non si può correre il rischio di allargare l’epidemia. Non vogliamo neppure escluderle; aspettiamo di eliminare i pidocchi”.
Così dicendo dà un’occhiata al phone center dove ha accompagnato un detenuto; ha il permesso per un paio d’ore e le sta usando per telefonare alla sua famiglia in Tunisia. La vita quotidiana nel carcere di S. Anna scivola tra il caldo e le zanzare, perché tra le grate passano solo quelle; i più danarosi usano gli spiccioli per comprare gli zampironi, altro non è possibile usare.
Il problema dell’occupazione per chi è dietro le sbarre è sempre lo stesso. Persino i piccoli lavoretti interni sono stati tagliati della metà. Il portavitto, il bibliotecario, il cuoco sono stati accorpati: metà spesa con metà personale che fa il doppio. La direttrice Rosa Alba Casella in questi giorni è in ferie e quando tornerà troverà sul tavolo i problemi di sempre e il bubbone sempre gonfio del sovraffollamento.

fonte: RISTRETTI.it

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