mercoledì 6 luglio 2011

Gasparri, minacce bianche come sante parole

Gasparri, minacce bianche come sante parole

pubblicata da Papi Donatella il giorno mercoledì 6 luglio 2011 alle ore 17.28

Maurizio Gasparri ha ricevuto una busta con polvere bianca, con la scritta: «Questa ed altre polveri come questa fermeranno te e Berlusconi».
 La busta, riferisce l'ufficio stampa del gruppo del Pdl, è stata aperta da una segretaria che è stata portata all'ospedale Spallanzani per fare dei controlli. 
Altre tre persone sono state bloccate. L'ufficio di Gasparri è stato isolato, in questo momento ci sono medici e vigili del fuoco sul posto.
Non auguro a Maurizio Gasparri neppure uno starnuto. 
A lui come agli altri e a tutti. Perchè io sono fatta così. Anche al mio peggior nemico auguro felicità e fortuna.
 Perchè non temo la morte, credo che sia tutta vita, perchè non inseguo il potere, il denaro e il successo.
 Però vorrei sapere cos'è quella polvere bianca.
 Perchè io credo sia "manna", un messaggio dal cielo.

 Gliela manda Jacopo. Jacopino, mio figlio, 17 anni, morto ammazzato, ma non lo dicono: genera troppo imbarazzo.
 E siccome il cielo è pieno di fascisti, camerati, ragazzi di tutte le parti morti come Jacopo, quella polvere scende dal cielo.
 Come le stelle. Sulle teste di costoro, che dimenticano, che non vogliono sapere, che fingono di non essere quelli di un tempo.
 La seconda telefonata che ho fatto quando è morto mio figlio è stata a Maurizio Gasparri. 
La prima a Silvio Berlusconi.
 Volevo dirgli che la mattina avevo portato le denunce alla Polizia Postale, denunce pesantissime, di minacce mortali e di dolori eterni, circostanziate, motivate, promesse e siglate. A me e a mio figlio.
Io ero presa a quei tempi dal matrimonio con Angelo Izzo: sognavo. 

Jacopo no. "Tu mamma pensi all'amore, ma qui ci amazzano!". Me lo ha detto a muso duro, davanti a testimoni.
Le prsone che lo hanno visto dire questo hanno commentato: "Questo ragazzo è un uomo!". 
La mattina sono andata alla Polizia Postale, come aveva voluto Jacopo, ho chiesto quando ci avrebbero dato protezione.
Poi ho chiamato mio figlio e l'ho rassicurato, era in ansia, spaventatissimo. 
Camminava guardandosi intorno, ho avuto anche io l'impressione che fossimo seguiti. Gli ho chiesto di venire quella sera da me, viveva con il padre. Mi ha detto che aveva da fare. Sembrava che si muovesse come una pantera nella notte.
 Cosa ha fatto Jacopo, dove è stato, dove sono molte carte che aveva che sono sparite? Perchè la gente, gli amici, i ragazzi, i conoscenti si sono chiusi in un silenzio a dir poco omertoso e sospetto. 
Ho chiamato Maurizio Gasparri singhiozzando. Ci conosciamo da bambini.
 Andavamo a scuola alle elementari insieme e frequentavamo la stessa chiesa, forse abbiamo una stessa madonnina.
Non so se lui crede più. Io sì. Una volta per portargli Jacopo e farglielo conoscere ho sfidato l'inferno. Lungo il tragitto ho dovuto evitare depistaggi e minacce serissime. Ma ci sono riuscita.
 Lui l'ha salutato e poi gli ha detto: "Con la mamma ci conosciamo da tanto, è una lunga storia". Jacopo aveva 13 anni. La storia con Gasparri inizia ai tempi del Circeo, lui sa molte cose.
 Lui sa che Angelo Izzo non ha ucciso Rosaria Lopez, lui sa chi è Angelo Izzo e chi sono i mostri del Circeo. Quando l'ho chiamato era per dirgli che se anche Jacopo fosse per morto per questa verità, era importante la verità. E che Jacopo lo sapeva, glielo avevo detto. Non per spaventarlo, per renderlo conscio e responsabile. Ma Jacopo non stava con me, non viveva con me. E non lo ha difeso nessuno. Lo hanno ammazzato. Perchè Jacopo la storia del Circeo, di Izzo e tante altre cose, le conosceva, le av eva capite e le avrebbe combattute per questo Paese. Per onore della verità. Per me, perchè da quando è nato lui solo questo ha capito: di avere una mamma scomoda ma con il senso dello Stato. Maurizio Gasparri sa cosa mi ha detto la telefono. Spero che lo ripeta presto ai magistrati. Devono avere questo coraggio, consentire di aprire il processo di Jacopo Fanfani per omicidio.
 E indagare in quei gruppi violenti, bestiali che uccidono dai tempi del Circeo.

 Quella polvere bianca cade dal cielo...come parole! 
Due giorni fa hanno cercato di forzare la porta della cappella dove Jacopo è sepolto, un atto compiuto con violenza.
 Io sono a rischio. Izzo pure.
 Lo Stato però è a un passo dal baratro.
 E' ora di parlare.

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