giovedì 7 luglio 2011

Iva Zanicchi racconta la sua visita in carcere a Lele Mora

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Iva Zanicchi, dopo le recenti polemiche per una sua frase male interpretata sui gay ha raccontato la sua visita a Lele Mora, arrestato pochi giorni fa.
Nei panni di Europarlamentare, nonostante non si frequentassero e avessero lavorato ‘insieme’ solo nel breve periodo di ‘Ok il prezzo è giusto’, la cantante ha sentito il bisogno di passare a trovarlo. E lo ha raccontato al quotidiano Il Giornale:
“Lele è un uomo generoso, lo è stato con moltissimi artisti, sia nei momenti di massimo splendore, sia, come accaduto recentemente in occasione della scomparsa di Nilla Pizzi, quando le cose per lui iniziavano ad andare meno bene dal punto di vista lavorativo. Non sapevo come avrei trovato Lele e la cosa mi preoccupava”



Ed ecco come è andato l’incontro:
“Quando sono entrata nella sua cella, l’esiguità dello spazio mi ha impressionato. Il caldo era soffocante e la finestra con le sbarre, seppure aperta, non riusciva a stemperare l’afa. Ho trovato Lele molto provato, dimagrito e con gli occhi arrossati dal pianto, ma sereno. Lele è un uomo forte, ma l’esperienza del carcere riesce a scalfire qualsiasi corazza. Mi ha fatto piacere trovarlo vestito con pantaloni e camicia: sembra banale, ma per il morale è importante non lasciarsi andare anche nei piccoli gesti quotidiani”
Poi, ha notato anche un oggetto, a quanto pare caro a Lele:
“Sul piccolo tavolino, tra i tanti telegrammi di amici e parenti e il blocco di carta con cui rispondere ai messaggi, mi ha fatto piacere notare un piccolo rosario: credo che in questo momento di grande difficoltà la fede possa dargli un senso di profondo conforto”
Infine, una sua riflessione generale:
“Mi sono resa conto che, in tutti i detenuti che ho incontrato, ho sentito trasparire, insieme alla sofferenza, anche una grande umanità e la paura di essere dimenticati dal mondo esterno.Durante la visita ho avuto modo di apprezzare l’efficienza, l’organizzazione e la sensibilità lavorativa dimostrata dal direttore, dagli agenti e dagli educatori; nonostante l’entusiasmo e la passione con cui svolgono il loro lavoro, credo che, se le carceri devono essere strutture di recupero e non solo di pena, sia indispensabile da parte di tutti una maggiore conoscenza del mondo carcerario e un impegno perché vi siano destinate le necessarie risorse.”
fonte: http://www.gossipblog.it/




Le vie del Signore sono .... finite



L'europarlamentare Zanicchi, solo ora e per puro caso,  prende consapevolezza della realtà carceraria.

Beh, si fa per dire...

Ben immaginate i preparativi in carcere prima delle visite ufficiali dei nostri parlamentari.

 La realtà delle nostre patrie galere è ben peggiore di quella mostrata nelle occasioni ufficiali.

 Non si può vedere ma la si può solo raccontare.

 E per questo motivo che non finiremo mai di invitare i protagonisti veri ,che ben poco hanno a che fare con il detenuto Mora, ad esporre le loro esperienze, a farsi da portavoce ufficiale di coloro che vengono privati della libertà.

  


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