venerdì 1 luglio 2011

LA STORIA DI RICCARDO BOCCALETTI, MORTO IN CARCERE


LA STORIA DI RICCARDO BOCCALETTI, MORTO IN CARCERE

La storia di Riccardo Boccaletti, morto di stenti in un carcere italiano

Se è vero che dalla condizione delle carceri si capisce il livello di civiltà di un paese, l’Italia difficilmente può essere inclusa nel novero dei paesi civilizzati.Antonietta Di Sarro è la madre di Riccardo Boccaletti, un giovane che, come molti, troppi altri, ha perso la vita mentre era sotto la custodia dello Stato, in carcere. Arrestato per detenzione di cocaina, nell’arco di tredici mesi Riccardo è deperito fino a morire. Ecco la sua storia.


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Atto a cui si riferisce:
C.4/05314 BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05314 presentata da RITA BERNARDINI
mercoledì 9 dicembre 2009, seduta n.255
BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:

in data 28 giugno 2006, a seguito di una ordinanza di custodia cautelare in carcere omessa dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Roma, il signor Riccardo Boccaletti veniva arrestato con l'accusa di traffico di sostanze stupefacenti e associato presso la casa circondariale di Velletri;

durante la permanenza in carcere, le condizioni di salute del detenuto sono andate sempre più peggiorando, al punto da destare la continua attenzione del personale medico-sanitario e da consigliarne il ricovero presso il Centro diagnostico terapeutico di Secondigliano a partire dal 31 ottobre 2006;

la gravità del quadro patologico del signor Boccaletti nel corso della detenzione è desumibile anche dalla relazione sanitaria psichiatrica redatta in data 23 novembre 2006, dal dirigente sanitario del suddetto Centro diagnostico terapeutico, laddove sul paziente veniva evidenziata una bradicardia talmente grave da giustificare un ricovero d'urgenza presso l'ospedale «Cardarelli» di Napoli, nonché l'immediata sospensione della terapia a base di neurolettici;

durante il periodo di degenza ospedaliera il detenuto veniva sottoposto a perizia medico-legale disposta dal Giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Roma, dottoressa Palmisano, nella quale veniva stabilito in maniera, ad avviso degli interroganti, alquanto apodittica che le condizioni di salute del signor Boccaletti non erano incompatibili con il regime carcerario; sicché, una volta dimesso, stesso è stato nuovamente condotto presso la casa circondariale di Velletri;

nel frattempo, a causa del lento ed inesorabile deterioramento delle sue condizioni fisiche ed in ragione di un contesto ambientale particolare quale è quello carcerario, il signor Boccaletti continuava a presentare inappetenze, vomito, astenia e progressivo peggioramento anoressico (in pochi mesi lo stesso è arrivato a perdere più di 30 chilogrammi di peso), di tal che il giudice per le indagini preliminari disponeva, su istanza della difesa, un accertamento peritale il cui incarico veniva assegnato alla dottoressa Liviero, la quale, in data 6 luglio 2007, dopo aver preso visione di tutta la documentazione esistente agli atti e dopo aver sottoposto a visita il paziente, stabiliva non fosse ravvisabile nel caso di specie la necessità di un ricovero urgente ed affermava che le condizioni di saluto del detenuto erano compatibili con il regime carcerario;

pochi giorni dopo il predetto accertamento medico-legale, ossia nelle prime ore del 24 luglio 2007, il signor Riccardo Boccaletti spirò in carcere;

il giorno seguente il fratello del detenuto, David Boccaletti presentava un esposto/denuncia presso la procura della repubblica di Velletri chiedendo all'autorità giudiziaria di fare completa chiarezza sulla vicenda che ha visto suo fratello Riccardo morire in carcere nonostante lo stesso fosse sotto continuo controllo medico. Nel caso di specie il denunciante sollecitava la procura ad accertare se nella circostanza fossero state omesse le esatte valutazioni cliniche in relazione al quadro patologico che il detenuto presentava ovvero se fossero state approntate tutte quelle cure necessarie di cullo stesso abbisognava;

all'esito delle indagini, precisamente in data 12 ottobre 2009, l'organo inquirente chiedeva al giudice delle indagini preliminari l'archiviazione del procedimento con conseguente restituzione degli atti al proprio ufficio al fine di valutare l'eventuale opportunità di ulteriori approfondimenti investigativi. Alla predetta richiesta del pubblico ministero i familiari del detenuto si sono opposti in data 27 novembre 2009, chiedendo, in via principale, l'espletamento con il rito dell'incidente probatorio di una perizia medico-legale collegiale e, in via subordinata, la rimessione degli atti al pubblico ministero affinché, come dallo stesso indicato, vengano effettuate nuove indagini investigative in merito alla posizione di tutti coloro che si sono occupati della vicenda sanitaria relativa a Boccaletti Riccardo;

in particolare, dalle indagini espletate dai familiari del signor Boccalotti Riccardo è emerso che la causa del decesso del detenuto sia stata «la diretta conseguenza di un'acuta insufficienza cardiocircolatoria da verosimile aritmia cardiaca in un soggetto con sindrome del QT lungo»; sindrome che però non è stata segnalata nel corso della visita cardiologia effettuata in carcere il 18 aprile 2007, con la conseguenza che il detenuto non è stato successivamente sottoposto a tutti quegli opportuni interventi specialistici che il suo precario stato di salute richiedeva -:

se siano a conoscenza dei fatti riportati in premessa;

se, con riferimento alla morte del signor Riccardo Boccaletti, intendano avviare, negli ambiti di rispettiva competenza, una indagine amministrativa interna al fine di appurare se nel caso di specie siano state garantite al detenuto - in modo tempestivo ed adeguato - le cure e l'assistenza che il suo stato di salute richiedevano e quindi se non vi siano responsabilità di omessa vigilanza e cura da parte del personale medico e/o amministrativo;

quali provvedimenti di competenza intendano adottare nel caso in cui venissero accertate responsabilità amministrative o disciplinari e negligenze. (4-05314)

openparlamento
fonte: 

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