lunedì 2 maggio 2011

Genova- Marassi :Prime scarcerazioni di immigrati clandestini, sotto esame migliaia di fascicoli


lunedì 02 maggio 2011
Marco Ludovico
Scattano le prime scarcerazioni
dopo la decisione della Corte di giustizia europea
che giovedì ha bocciato la sanzione penale, (reclusione da uno a quattro anni)
prevista in caso di inottemperanza
del clandestino all’ordine
di abbandonare lo stato.




Ieri hanno ritrovato la libertà quattro immigrati irregolari
detenuti nel carcere di Marassi di Genova.

 I pm della procura ordinaria e di quella generale del capoluogo ligure
 hanno ritenuto subito applicabile la sentenza dei giudici europei
 e hanno ripreso in mano più di mille fascicoli non solo
per verificare il numero degli immigrati potenzialmente interessati,
ma anche per ricalcolare la pena per i clandestini finiti
 in carcere anche per altri reati:
occorre, a questo punto, togliere dal computo
 i giorni già scontati in cella per clandestinità.

Ma non c’è solo Genova.

 “La sentenza conforta la nostra interpretazione
sull’esecutività della direttiva europea” osserva da Firenze
il procuratore Giuseppe Quattrocchi, che con una circolare
il 18 gennaio scorso ha stabilito che per i clandestini
 non ci sarebbero stati arresti, ma solo denunce.
 Un magistrato fiorentino, Paolo Barlucchi, il 6 gennaio scorso,
 è stato fra i primi in Italia a rimettere in libertà due clandestini
 arrestati per non aver rispettato l’ordine di allontanamento del questore.
Pronti a scendere in campo anche i garanti dei detenuti,
che solleciteranno i magistrati “a compiere gli atti dovuti”
cioè a “provvedere all’immediata scarcerazione
 delle persone arbitrariamente detenute”
 come annuncia Franco Corleone,
coordinatore dei garanti territoriali e garante dei diritti dei detenuti
del Comune di Firenze.

La sentenza, tra l’altro, raccomanda all’Italia un punto:
“Il trattenimento avviene di norma in appositi centri di permanenza temporanea” oggi chiamati Cie (centri di identificazione ed espulsione).
 Ma “qualora uno Stato membro non possa ospitare
il cittadino un paese terzo interessato in un apposito centro”
per mancanza di posti disponibili, per esempio,
“i cittadini di paesi terzi trattenuti sono
tenuti separati dai detenuti originari”.
 L’Italia, tuttavia, da questo punto di vista è con le carte in regola:
 gli stranieri in carcere finiscono in celle miste
solo se hanno commesso un reato di tipo tradizionale,
 quindi non siamo più nella fase del “trattenimento”.

I carcerati non italiani negli istituti di pena sono in totale circa 24mila
 secondo gli ultimi dati del Dap,
 il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.
La metà sono africani.
 Ed è indubbio che una serie di norme più volte oggetto di polemiche contribuiscono a una presenza abnorme
 - a volte solo di pochi giorni - degli immigrati.
Il problema irrisolto è che in sostanza moltissimi stranieri
entrano ed escono dal carcere per pochi giorni.
 Mentre alcuni reati commessi, come la contraffazione, nonostante il massimo impegno delle forze di polizia non accennano a diminuire.
 Il risultato è carceri sovraffollate anche a causa degli stranieri
 e deterrenti inefficaci contro la clandestinità.
Fonte www.ilsole24ore.it

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