martedì 3 maggio 2011

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CINA: DA OGGI IN VIGORE RIFORMA CODICE PENALE
1° maggio 2011: Entra oggi in vigore la riforma del Codice Penale cinese, 
che riduce da 68 a 55 i reati punibili con la pena di morte.
I 13 reati che non comportano più la condanna capitale
 sono di natura finanziaria e non-violenta, inclusa frode fiscale e 
attività fraudolenti attraverso documenti finanziari, 
oltre al traffico di reperti culturali e di animali rari.
La riforma costituisce l’ottavo emendamento al Codice Penale
 ed è stata sottoposta a partire dallo scorso agosto al Comitato Permanente del Congresso nazionale del Popolo.
 E’ stata discussa e approvata tre volte e da oggi comincia ad essere attuata.
Non potrà essere condannato a morte chi ha 75 anni o più 
al momento del processo, a meno che non sia riconosciuto colpevole 
di crimini di “eccezionale crudeltà”.
In passato le sole eccezioni riguardavano imputati 
con meno di 18 anni all’epoca del crimine e donne incinte al momento del processo.
La riforma ha l’obiettivo di “temperare la Giustizia con la clemenza”
 e “rappresentare l’umanità del Paese”, ha dichiarato al giornale China Daily Li Guifang,
 vice-capo della Commissione Difesa Penale dell’Associazione degli Avvocati cinesi.
E’ la prima volta - da quando nel 1979 il Codice Penale è entrato in vigore
 – che la Cina riduce il numero dei reati punibili con la morte, ha precisato l’avvocato.
La riforma introduce pene più severe, inclusa la condanna a morte,
 per chi produce cibo adulterato e pericoloso.
Nel caso in cui si provochi la morte o si arrechino gravi danni alla salute,
 i produttori di alimenti adulterati saranno incarcerati per almeno 10 anni, 
condannati all’ergastolo o perfino giustiziati.
Per quanto riguarda i responsabili dei controlli per la sicurezza alimentare,
 la riforma prevede dure sanzioni penali in caso di abusi o inadempienze.

IRAN: RAPINATORE IMPICCATO IN PUBBLICO
30 aprile 2011: un uomo è stato impiccato in pubblico in Iran, nella provincia centrale di Markazi.
In base al sito ufficiale della magistratura provinciale di Markazi, l’uomo, la cui identità non è nota, è stato impiccato di mattina nel villaggio di Mousa Abad, presso la cittadina di Ashtian.
Era stato riconosciuto come “Mohareb” (nemico di Dio) per aver capeggiato una banda dedita a rapine a mano armata e per aver opposto resistenza alle forze di sicurezza.
L’organizzazione Iran Human Rights sottolinea che le accuse non sono state confermate 
da nessuna fonte indipendente. 

La pena di morte è prevista in Iran per omicidio, rapina a mano armata, 
stupro, blasfemia, apostasia, cospirazione contro il Governo, adulterio,
 prostituzione, omosessualità, reati legati alla droga.
Nel 2008 si sono registrate nella Repubblica Islamica almeno 346 esecuzioni
 e 402 sono quelle effettuate nel 2009. Nel 2007, l’Iran ha praticato almeno 355 esecuzioni.





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