lunedì 4 aprile 2011

Carlo Saturno: ecco cosa ha subito nel carcere minorile di Manduria (Taranto)




Abusi e violenze sui minori in carcere: poliziotti alla sbarra, di Ilaria Cavallone

(il Paese Nuovo - Quotidiano del Salento, 28 novembre 2008)

Il 19 febbraio davanti al giudice Pietro Baffa sfileranno i 9 agenti di polizia penitenziaria accusati di violenze. Udienza shock al processo sui presunti abusi nel carcere minorile:
Ecco come li hanno seviziati: costretti a dormire nudi.
Tutti a processo i nove agenti di polizia penitenziaria accusati di maltrattamenti e vessazioni nei confronti di alcuni giovani ospiti dell'istituto minorile di pena leccese, costretti a vivere in un clima di terrore - almeno secondo le accuse mosse da chi avrebbe denunciato gli squallidi episodi - e a sottostare alle intransigenti regole dettate dai vertici della struttura, situata lungo la strada che conduce a Monteroni.
Nessuna titubanza per il gup Annalisa De Benedictis che, dopo una breve camera di consiglio, ha accolto ieri nel corso dell’udienza preliminare le richieste di rinvio a giudizio invocate dal pm Antonio De Donno, firmatario dell'avviso di fine indagine notificato, a conclusione dell'inchiesta giudiziaria, a carico di nove dipendenti dell’istituto penitenziario minorile.
A partire dal prossimo 19 febbraio dovranno comparire davanti ai giudici della seconda sezione penale, presieduta da Pietro Baffa, il capo degli agenti Gianfranco Verri, il suo vice Giovanni Leuzzi, e sette guardie carcerarie, per rispondere tutte della presunta atmosfera di paura instaurata, tra i giovani detenuti, con minacce ed estorsioni. Si tratta di Ettore Delli Noci, Vincenzo Polimeno, Alfredo De Matteis, Emanuele Croce, Antonio Giovanni Leo, Fernando Musca e Fabrizio De Giorgi.
Un approfondimento dibattimentale che il giudice ha ritenuto opportuno stabilire per chiarire gli oscuri contorni della vicenda e attribuire le effettive responsabilità delle persone coinvolte. La decisione è giunta dopo le arringhe degli avvocati che avevano chiesto il proscioglimento dei loro assistiti, riscontrando - a loro parere – una serie di anomalie e incongruenze tra gli atti di denuncia sporti per accendere un faro giudiziario sui comportamenti assunti dai neo-imputati, ai quali si contesterebbe l’aver attuato provvedimenti rigidi e autoritari per garantire l’ordine e la sicurezza all’interno della struttura.
I fatti risalgono al biennio che va dal 2003 al 2005, lasso di tempo durante il quale almeno tre giovani ospiti sarebbero stati aggrediti e picchiati in cella, proprio perché ritenuti responsabili di un non presunto allineamento con quella piramide gerarchica che imponeva loro di obbedire a prevaricazioni e sistemi repressivi, e contro i quali sarebbe stato impensabile addirittura un’idea di ribellione.
Il gup ha dunque riconosciuto i tre ragazzi, costituitisi parte civile, oggi tutti maggiorenni, in Carlo Saturno, 21 anni di Manduria, attualmente in regime di libertà vigilata per furti d’appartamento, Mario Russo e Malo Artur. Ma qualsiasi cenno di dissenso ai metodi autoritari imposti dagli ispettori sarebbe stato soffocato e represso con la violenza, anche se a reagire sarebbe stato il personale militare e civile dell’amministrazione penitenziaria. Ecco perché nella vicenda compaiono anche quattro persone quali parti offese, una piccola schiera di dipendenti della giustizia, composta dal medico responsabile dell’infermeria interna al carcere, il dottor Roberto Della Giorgia, dall’ex direttore dello stesso istituto Francesco Pallara, dall’educatrice Anna Pilo, e dall’agente di custodia tutt’ora in servizio Carmelo Toma. Per tutti la richiesta risarcitoria supererebbe i due milioni di euro.
L’inchiesta cominciò a muovere i primi passi a fronte della denuncia shock presentata dal senatore Alberto Maritati, allora sottosegretario al Ministero della Giustizia, che nell’ottobre del 2007 presentò un esposto alla Procura di Lecce al fine di rendere noti i raccapriccianti episodi di pestaggi e abusi, perpetratisi per diverso tempo tra le mura dell’edificio.
Avrebbe raccolto le richieste d’aiuto da parte del medico e dell’assistente sociale, i quali si sarebbero lamentati di come un gruppo di secondini guidati dal comandante della polizia penitenziaria avesse costretto alcuni ragazzini a dormire per diverse notti completamente nudi su brande senza materasso, minacciando addirittura uno dei reclusi a finire in isolamento se non avesse ritirato la denuncia per le percosse subite.
Non sarebbero inoltre mancate le occasioni in cui i giovani sarebbero stati colpiti al naso con testate, o fossero stati tesi dei veri e propri sgambetti per farli cadere per terra. E ancora, come si evincerebbe dalle allarmanti pagine di quel dossier consegnato alla magistratura, ad alcuni detenuti sarebbe stato schiacciato il cuscino sul volto per costringerli a non urlare e sarebbero stati lanciati pesanti schiaffi alle orecchie, fino a far uscire del sangue. Gli stessi operatori sarebbero stati minacciati di trasferimento in altre sedi se avessero divulgato quello che 

accadeva all’interno del carcere.

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