IL CASO
Suicida in cella, quattro ore di giallo
identificate le guardie carcerarie
Verso l'interrogatorio degli agenti di polizia che erano in servizio il giorno in cui Carlo Saturno si è impiccato. Ricostruite le sue ultime quattro ore nel pentitenziario di Bari
di FRANCESCA RUSSI
È stata interrogato ieri in Procura il medico che era di guardia il 30 marzo scorso nell'infermeria del carcere di Bari. La dottoressa del penitenziario è stata infatti la prima a prestare soccorso al detenuto Carlo Saturno dopo il violento litigio avuto con un poliziotto poche ore prima che fosse trovato impiccato nella sua cella. I carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria, delegati delle indagini, riascolteranno però nuovamente la donna nelle prossime ore e, con lei, tutti gli agenti di polizia penitenziaria che erano di turno nel carcere e che ieri sono stati identificati.
Sul caso la Procura di Bari ha aperto due differenti fascicoli: uno riguarda l'arresto di Saturno eseguito in carcere la mattina a seguito di una colluttazione, l'altro invece il suicidio avvenuto nel pomeriggio. Il reato ipotizzato dai pm, il procuratore capo Antonio Laudati e il sostituto procuratore Isabella Ginefra, è quello di istigazione al suicidio. A far luce su quanto avvenuto potrebbe essere l'autopsia. Oggi sarà affidato l'incarico al professor Francesco Introna che potrà essere affiancato da un altro medico legale di fiducia nominato dai familiari del giovane.
Il mistero della morte di Carlo Saturno si concentra in sole quattro ore. Dalle 11 alle 15 del 30 marzo. A ricostruire gli ultimi momenti di vita del 22enne sono i verbali della polizia penitenziaria. Tutto comincia alle 11. A Saturno viene chiesto di abbandonare la seconda sezione del carcere da chiudere per ristrutturazione. Il giovane si oppone e "si avventa contro un sovrintendente aggredendolo con calci". Alle 11.50 sono entrambi nell'infermeria del carcere. Il medico visita prima il sovrintendente di polizia e gli diagnostica una frattura al polso con prognosi di 35 giorni e poi il detenuto su cui non riscontra alcuna lesione. Saturno stesso avrebbe detto al medico di non essersi fatto nulla. Il referto dunque risulta negativo. Il ragazzo viene arrestato per lesioni e trasferito in una cella al piano terra della terza sezione. Fino alle 14.30 rimane in compagnia di un altro detenuto che a quell'ora esce dal carcere. Dopo mezz'ora, alle 15, viene trovato impiccato con un lenzuolo. I soccorsi dei medici interni sono immediati ma, finché arriva il 118, Saturno non respira più già da 30 minuti. Qui si ferma la ricostruzione della polizia penitenziaria. Il giovane di Manduria, dopo una settimana di coma, muore nel reparto di Rianimazione del Policlinico. Il 5 aprile avrebbe dovuto partecipare all'udienza contro nove agenti del carcere minorile di Lecce denunciati per violenze nel 2006.
Intanto ieri in carcere è stato il segretario nazionale del Sappe Federico Pilagatti. "Ben venga l'inchiesta della Procura, accerterà che non ci sono stati comportamenti vessatori e che gli agenti di polizia penitenziaria hanno solo fatto il loro lavoro".
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