VENTIMIGLIA - «Ieri mattina uno dei detenuti
romeni è stato preso
a schiaffi nel cortile
dell'ora d'aria da altri detenuti e
solo l'intervento dei poliziotti penitenziari
ha impedito che potessero verificarsi conseguenze più gravi.
Nella serata di ieri, poi, durante le attività ricreative,
i poliziotti penitenziari vigili e attenti sull'andamento dei movimenti interni
del reparto hanno evitato che un altro dei quattro rumeni accusati
dell'omicidio potesse fare accesso nella sala ricreativa in comune
tra tutti i detenuti:
immagino cosa sarebbe potuto accadere».
E' il racconto di Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto e
commissario straordinario ligure del Sindacato autonomo polizia
penitenziaria,
sul caso dei romeni in carcere a Sanremo dopo il brutale assassinio
di Ventimiglia.
I quattro sono stati fermati per omicidio preterintenzionale
per la morte di un operaio di 53 anni, Walter Allavena,
ucciso la notte tra sabato e domenica mentre cercava
di difendere il figlio coinvolto in una rissa.
«La tensione che si sta registrando - dice - è collegata al fatto
che alcuni detenuti italiani pensano di potersi fare giustizia da soli
verso i responsabili di quel brutale omicidio e questo accentua
le criticità operative del personale di polizia penitenziaria
di Sanremo che è in gravissime carenze organiche».
LA VICENDA Ha sentito le urla del figlio dal balcone di casa e
si è precipitato in strada per aiutarlo, attirando su di se la furia
di quattro romeni ubriachi che lo hanno lasciato a terra
dopo averlo coperto di calci e pugni.
Così è morto Walter Allavena, idraulico di 53 anni,
che tutti descrivono come «un brav'uomo, tranquillo, impegnato nel
volontariato e per la comunità». A Torri, borgo medievale
di duecento anime arroccato
nell'entroterra di Ventimiglia è una giornata di lutto.
«Non è solo una tragedia per questa famiglia, ma per tutti noi - dicono -.
In questo paese non è mai successo niente.
Qui dormiamo ancora con finestre e porte aperte. Sono venuti
da fuori a creare problemi».
Claudio, il figlio della vittima, 20 anni, ha un occhio pesto.
È ancora sotto shock, quando si allontana dal commissariato
dove i carabinieri
e polizia lo hanno ascoltato assieme ai suoi amici.
Negli uffici della polizia restano una decina di romeni,
che vengono sentiti e risentiti,
per ricostruire la dinamica di quanto è accaduto davanti
all'Osteria del nonno,
unico locale del borgo, dove ieri sera i giovani del paese
si erano riuniti per far festa.
Ed è solo nel tardo pomeriggio che scattano i provvedimenti
di fermo per omicidio preterintenzionale a carico di quattro immigrati,
con l'accusa di omicidio preterintenzionale. Il più giovane ha 19 anni,
il più anziano 37.
Vivono tutti nell'area di Ventimiglia. "Sono arrivati in gruppo verso le 23,30.
Volevano attaccar briga. Erano ubriachi.
Volevano toccare il nostro cane che si è spaventato
e per questo uno di noi lo ha preso in braccio.
Poi hanno iniziato a picchiarci. Ce l'avevano soprattutto con Claudio.
Suo padre è sceso e allora si sono spostati, gli sono andati addosso",
racconta Luigi con lo sguardo ancora stravolto. "
Li ho visti mentre lo pestavano selvaggiamente. Non si fermavano.
Walter è caduto a terra.
Ho chiamato il 118 ed ho cercato di rianimarlo s
eguendo le loro indicazioni, ma non c'è‚ stato niente da fare",
aggiunge Flavio Dario, intervenuto in soccorso dell'amico.
Anche il sindaco di Ventimiglia, Gaetano Scullino è sgomento:
"Sono episodi che pensi accadano solo altrove,
e invece poi succedono proprio nella tua città".
Conosceva la vittima e mentre parla ha gli occhi lucidi.
"Walter era davvero una brava persona - afferma -
sempre disponibile, tranquillo".
Poi spiega come la comunità romena viva
da anni in città e spesso la domenica
si riunisca in un'area sportiva a Calvo,
paese a pochi chilometri da Torri.
"Sono inseriti - dice - lavorano,
ma spesso bevono e questo è un problema,
perché‚ diventano violenti.
Però di fatti così gravi qui non se ne erano mai verificati".
Sulla piazza del paese, davanti alla grande chiesa
in ristrutturazione non c'è più nessuno.
Le finestre al primo piano della palazzina gialla,
di là dal ponte, dove Walter Allavena
con la moglie, ed i figli Claudio e Clara sono serrate.
E sulla porta dell'Osteria del nonno c'è il cartello:
"Chiuso per lutto".
Domani il pm Marco Zocco disporrà l'autopsia.
GLI AGGRESSORI Ciprian Marius Meuret, 32 anni;
Bordano Andrei Mihut, 23;
Aredelean Mihai, 19;
e Sebastian Aureliano Mereut, 37,
tutti residenti nella zona di Ventimiglia.
Sono i quattro romeni fermati per la morte di Walter Allavena.
L'accusa è di omicidio preterintenzionale.
L'idraulico, 53 anni, è stato ucciso nella notte
con calci e pugni dopo essere intervenuto
per aiutare il figlio, a sua volta vittima di un'aggressione.
Ora, sarà l'esito dell'autopsia,
che verrà fissata domani dal pm marco Zocco,
a chiarire le cause del decesso.
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