PADOVA. Un detenuto di nazionalità algerina, l'ennesimo, si è impiccato nel carcere Due Palazzi. Era stato trasferito da Vicenza solo il 31 marzo ed era stato recluso nella Sezione definitivi, aveva 39 anni. Si tratta di Mehedi Kadi, condannato con pena definitiva al carcere fino al 2023 per rapina e tentato omicidio.
E' accaduto ieri pomeriggio. L'uomo ha deciso di uccidersi quando è rimasto solo in cella, mentre gli altri compagni di reclusione usufruivano dell'ora d'aria.
Kadi era stato arrestato nell'ottobre del 2008 a seguito di una rapina avvenuta in una villetta di Creazzo (Vicenza). Per "vendicarsi" della famiglia Goldstein, che l'algerino riteneva responsabile della separazione dall'ex moglie - un tempo baby-sitter per la famiglia vicentina - era entrato in casa aggredendo il figlio della coppia.
Kadi, una volta penetrato nella villa con il volto coperto, prima aveva costretto il ragazzo ad aprire la cassaforte e a farsi dare una decina di migliaia di euro in contante; poi gli aveva stretto attorno al collo un sacchetto di cellophane, facendogli mancare il respiro. L'algerino aveva infine accoltellato più volte il giovane fino a quando era intervenuta la madre, psicologa, che lo aveva tramortito rompendogli un vaso di vetro in testa.
La situazione del carcere padovano è ormai al collasso, come denunciano anche i sindacati della Polizia penitenziaria. Nelle celle sono ammassate in condizioni di grande precarietà centinaia di detenuti in soprannumero e il caldo di questi giorni non fa che acuire le difficoltà.
Proprio oggi all'interno del Due Palazzi la redazione del giornale Ristretti Orizzoni (scritta e realizzata dai detenuti) ha aperto un confronto sulla comunicazione delle tematiche carcerarie.
E' davvero tragico il bilancio dell'ultimo weekend nelle carceri italiane: oltre all'agerino morto a Padova c'è stato un altro decesso e altri due detenuti sono in fin di vita. A darne notizia è l'Osservatorio permanente sulle morti in carcere, di cui fanno parte Radicali italiani e le associazioni Detenuto Ignoto, Antigone, A buon diritto, Radiocarcere e Ristretti Orizzonti.
Da inizio anno sono già 37 i detenuti morti nelle carceri italiane, di cui 15 per suicidio, 17 per "cause naturali" e 7 per "cause da accertare". La loro età media - si legge in una nota - è di 37 anni, 12 erano stranieri e 25 italiani.
Nell'ultimo weekend, oltre al suicidio di Mehedi Kadi al Due Palazzi, Mario Germani, 29 anni, sabato ha tentato di uccidersi nella sua cella del carcere di Mammagialla di Viterbo: trasportato d'urgenza nell'ospedale di Belcolle è intubato e tuttora ricoverato al reparto di Rianimazione, in condizioni gravissime. Sempre sabato, Mario Coldesina, 42 anni, è morto a Novara. Secondo i primi accertamenti medico-legali il decesso è avvenuto per soffocamento dopo aver mangiato un kiwi intero.
Venerdì 1° aprile, invece, Carlo Saturno, 22 anni, di Manduria (Taranto), si è impiccato in cella. Ora e' in condizioni disperate nella Rianimazione del policlinico di Bari, dov'e' mantenuto in vita dalle macchine. Il giovane - riferisce l'Osservatorio - era detenuto per furto, ma era anche parte civile nel processo in corso davanti al Tribunale di Lecce contro alcuni agenti del carcere minorile accusati di aver compiuto violenze sui detenuti tra il 2003 e il 2005, periodo in cui Carlo, allora sedicenne, sarebbe stato oggetto di maltrattamenti.
E' accaduto ieri pomeriggio. L'uomo ha deciso di uccidersi quando è rimasto solo in cella, mentre gli altri compagni di reclusione usufruivano dell'ora d'aria.
Kadi era stato arrestato nell'ottobre del 2008 a seguito di una rapina avvenuta in una villetta di Creazzo (Vicenza). Per "vendicarsi" della famiglia Goldstein, che l'algerino riteneva responsabile della separazione dall'ex moglie - un tempo baby-sitter per la famiglia vicentina - era entrato in casa aggredendo il figlio della coppia.
Kadi, una volta penetrato nella villa con il volto coperto, prima aveva costretto il ragazzo ad aprire la cassaforte e a farsi dare una decina di migliaia di euro in contante; poi gli aveva stretto attorno al collo un sacchetto di cellophane, facendogli mancare il respiro. L'algerino aveva infine accoltellato più volte il giovane fino a quando era intervenuta la madre, psicologa, che lo aveva tramortito rompendogli un vaso di vetro in testa.
La situazione del carcere padovano è ormai al collasso, come denunciano anche i sindacati della Polizia penitenziaria. Nelle celle sono ammassate in condizioni di grande precarietà centinaia di detenuti in soprannumero e il caldo di questi giorni non fa che acuire le difficoltà.
Proprio oggi all'interno del Due Palazzi la redazione del giornale Ristretti Orizzoni (scritta e realizzata dai detenuti) ha aperto un confronto sulla comunicazione delle tematiche carcerarie.
E' davvero tragico il bilancio dell'ultimo weekend nelle carceri italiane: oltre all'agerino morto a Padova c'è stato un altro decesso e altri due detenuti sono in fin di vita. A darne notizia è l'Osservatorio permanente sulle morti in carcere, di cui fanno parte Radicali italiani e le associazioni Detenuto Ignoto, Antigone, A buon diritto, Radiocarcere e Ristretti Orizzonti.
Da inizio anno sono già 37 i detenuti morti nelle carceri italiane, di cui 15 per suicidio, 17 per "cause naturali" e 7 per "cause da accertare". La loro età media - si legge in una nota - è di 37 anni, 12 erano stranieri e 25 italiani.
Nell'ultimo weekend, oltre al suicidio di Mehedi Kadi al Due Palazzi, Mario Germani, 29 anni, sabato ha tentato di uccidersi nella sua cella del carcere di Mammagialla di Viterbo: trasportato d'urgenza nell'ospedale di Belcolle è intubato e tuttora ricoverato al reparto di Rianimazione, in condizioni gravissime. Sempre sabato, Mario Coldesina, 42 anni, è morto a Novara. Secondo i primi accertamenti medico-legali il decesso è avvenuto per soffocamento dopo aver mangiato un kiwi intero.
Venerdì 1° aprile, invece, Carlo Saturno, 22 anni, di Manduria (Taranto), si è impiccato in cella. Ora e' in condizioni disperate nella Rianimazione del policlinico di Bari, dov'e' mantenuto in vita dalle macchine. Il giovane - riferisce l'Osservatorio - era detenuto per furto, ma era anche parte civile nel processo in corso davanti al Tribunale di Lecce contro alcuni agenti del carcere minorile accusati di aver compiuto violenze sui detenuti tra il 2003 e il 2005, periodo in cui Carlo, allora sedicenne, sarebbe stato oggetto di maltrattamenti.
Fonte : Il mattino di Padova 5 aprile 2011
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