Sanzioni amministrative aumentate del 18,5%, richieste di programma
terapeutico diminuite, invece, di quasi il 90%, questo mentre un terzo
degli ingressi in carcere riguardano tossicodipendenti
(30.500 su 92 mila ingressi nel 2008): la linea dura nei confronti
di chi produce, traffica e detiene droga si e' tradotta in un
intasamento del sistema penale da parte 'di soggetti
dal profilo criminale piu' basso'.
A fare il punto sull'applicazione delle legge Fini-Giovanardi,
che nel 2006 ha inasprito le sanzioni, e' la versione aggiornata
del Libro Bianco di Antigone e Forum droghe presentato
durante un incontro con l' associazione Radicale Adelaide Aglietta di Torino.
Dall'entrata in vigore della legge - rileva il rapporto -
le segnalazioni per il reato di spaccio sono aumentate del 13%,
mentre quelle per il reato piu' grave di associazione
a fini di spaccio sono diminuite del 15%. Questo ha notevoli conseguenze sul sistema carcerario: le segnalazione in stato di arresto sono state il 18,4% in piu',
quelle di stranieri sono aumentate di un quarto.
Sono 28.800 le persone entrate negli istituti penitenziari
per reati legati alla droga (produzione, detenzione e spaccio),
mentre, dal 2006 (dopo l'indulto) il numero delle misure alternative e' crollato
: a fronte di quasi 15 mila tossicodipendenti attualmente d
etenuti sono 1.200 quelli in affidamento terapeutico,
meno di un terzo rispetto all'inizio del 2006.
Si predilige la detenzione in carcere, mentre,
conclude il rapporto, 'e' dimostrato che i tassi
di recidiva per chi sconta una pena alternativa
sono molto piu' bassi e i costi di gestione inferiori'. (aduc.it 30 novembre 2009)
ALTERNATIVE AL CARCERE. INIZIAMO DAI TOSSICODIPENDENTI |  |  |
Giovedì 1° ottobre 2009 presso la Camera dei Deputati sarà presentato un APPELLO dal titolo “Le carceri scoppiano: potenziamo le misure alternative, liberiamo i tossicodipendenti!”.
L’appello è promosso da Forum Droghe, Antigone,
Gruppo Abele, Arci, La Società della Ragione,
Ristretti Orizzonti, Comunità San Benedetto al Porto,
Coordinamento nazionale dei Garanti territoriali dei diritti delle persone private della libertà personale,
Conferenza nazionale volontariato giustizia .
Le carceri italiane hanno rotto il muro del silenzio.
I detenuti ammassati nelle celle hanno protestato contro la loro condizione
. Oggi quasi 65.000 uomini e donne sono reclusi oltre ogni limite di capienza,
per cui anche il Ministro della giustizia lamenta la situazione delle galere
come fuori dalla Costituzione. Da sola, la legge sulle droghe riempie per la metà le carceri italiane.
L’affidamento speciale previsto per i tossicodipendenti può
essere concesso quando la pena detentiva inflitta o
residua non sia superiore a sei anni. Sono oggi almeno diecimila
i detenuti che si trovano in questa situazione ossia che stanno in carcere
ma potrebbero usufruire di questa misura alternativa sulla base
di un programma da intraprendere in comunità o presso il servizio pubblico. Chiediamo ai responsabili del Governo e delle Regioni di predisporre
un piano immediato di risorse per garantire l’applicazione delle norme
previste per l’affidamento speciale dei detenuti tossicodipendenti e
ogni altra misura idonea a potenziare il circuito delle misure alternative
alla detenzione. Chiediamo una applicazione estesa delle misure alternative,
dal lavoro esterno alla semilibertà, attraverso un piano
di lavori socialmente utili, impegnando le persone nella tutela
dell’ambiente
, del verde pubblico, nell’agricoltura, nelle zone di montagna
abbandonate. La risposta non può essere affidata all’edilizia penitenziaria,
alla costruzione di nuove carceri, alla faraonica pretesa di costruire
per il 2012 quindicimila nuovi posti nelle carceri italiane,
dissipando ingenti risorse economiche per un risultato
che già oggi sarebbe insufficiente
a ricondurre nella legalità le carceri italiane. 30 settembre 2009
UNA NARCOSALA NEI CARRUGI DI GENOVA. SUL MODELLO BARCELLONA |  |  |
L'idea della comunità di San Benedetto al Porto guidata da don Gallo
. Intervista alla fondatrice della Baluard catalana, Esther Henar.
Una sala per il consumo igienico della droga
. In un quartiere di spaccio. Per offrire un presidio sanitario:
è nata così la Sala Baluard nel centro di Barcellona,
uno spazio per il consumo igienico della droga.
La Comunità di San Benedetto al porto di Genova sta cercando
le modalità per replicare l'esperienza nei vicoli,
mentre in Olanda si sta pensando invece a un acquisto liberalizzato di droghe da consumare a casa propria
. Prospettive diverse ieri in un convegno al Teatro Modena,
«Dal Baluardo di Barcellona... alla città vecchia di De Andrè.
Luoghi igienici del consumo e politiche di riduzione del danno in Europa»,
organizzato dalla Comunità di San Benedetto col patrocinio del Comune di Genova e dall'Asl genovese, al quale sono intervenuti due rappresentanti
della polizia municipale barceloneta, il sociologo olandese
Peter Cohen e la fondatrice della Baluard, Esther Henar. L'abbiamo intervistata. Come funziona la sala? Come si sostenta?
E' un servizio pubblico del quale noi curiamo l'organizzazione.
Qui le persone possono fare una doccia, bere un caffè,
parlare con un avvocato, un assistente sociale, consumare droga
acquistata altrove assistiti
da un infermiere e un medico. Siamo aperti 24 ore su 24,
con tre equipe a rotazione.
I fondi erogati dal Comune sono 1 milione e 600 mila euro
all'anno solo per la Baluard.
Chi viene da voi? Il 64% sono uomini tra i 25 e 40 anni,
consumatori di eroina e cocaina via endovena, persone
fuori di ogni circuito
assistenziale e per lo più senza domicilio.
Il 65% sono stranieri, tra cui diversi italiani. Nel 2005 abbiamo ricevuto
127 mila persone, nel 2006 e 2007 quasi 144 mila all'anno. Ci sono state difficoltà con gli abitanti del quartiere?
All'inizio non ci hanno accettato molto bene,
appendevano striscioni come
'Narcosala al Raval no'.
Anche perché anni fa quando il problema dell'eroina
era molto forte,
tanti hanno visto morire amici e parenti per overdose.
Li abbiamo rassicurati che tutto sarebbe rimasto come prima.
Abbiamo spiegato che è utile che il servizio sia laddove
c'è un problema,
non in mezzo alla montagna.
E che non scatta l'effetto chiamata, infatti il numero dei ragazzi
al Baluard non ha mai superato le 400 persone al giorno
e in compenso i tossicodipendente non usano più la strada.
Insomma qui c'è un servizio per la persona
che non aumenta
la delinquenza né fa aumentare i consumatori.
Uno dei nostri obiettivi è combattere la paura,
perciò facciamo formazione e informazione,
collaborando con polizia, vigili, servizi sociali, associazioni, scuola.
Inoltre abbiamo dimostrato che la nostra presenza
diminuiva le siringhe buttate per la strada,
nel 2005 ne abbiamo raccolte più di 17 mila nell'anno, meno di 7 mila nel 2007. Quante sono oggi le sale a Barcellona?
Oggi ci sono un'unità di strada e altre tre sale pubbliche
finanziate sempre dal Comune a volte anche con fondi
della Regione Catalunia.
Alcune di queste ospitano un centro d'informazione e un
centro di trattamento della tossicodipendenza.
Non è nostro compito sostituirci ai servizi sanitari,
ma se alcuni intraprendono il trattamento possono consumare
anche il metadone nella nostra stanza.
Così tra le persone che vengono al Baluard,
723 tra il 2005 e il 2007 hanno iniziato un trattamento
per uscire dalla dipendenza. E' un modello esportabile?
Spero di sì. In Europa ci sono modelli basati sull'attenzione alla salute
e al consumo sicuro e funzionano.
(tratto da Il Manifesto del 28 settembre 2008)
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