venerdì 15 aprile 2011

"INSULTI AGLI AGENTI PENITENZIARI. CI STANNO CRIMINALIZZANDO"

(Il Tempo.it) - Il pesante atto di accusa viene da Alessandro Margara, che per anni ha guidato il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, cioè la struttura che sovrintende alle carceri italiane. Pestaggi negli istituti penitenziari, come quello di cui sarebbe stato vittima Stefano Cucchi, “non sono certo la norma - aggiunge Margara - ma una cosa che purtroppo rientra nell'ordinaria follia di quello che è il carcere oggi”.




Le parole di Margara “non meriterebbero né attenzione né risposta”, se non fosse per il fatto che ci sono “similitudini tra quello che accadeva 10 anni fa e quello che accade oggi nelle carceri italiane” afferma Leo Beneduci, segretario dell'Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria (Osapp), che in una nota denuncia “l'inadeguatezza” del vertice del Dap, ora comandato da Franco Ionta. All'epoca di Margara - afferma Beneduci - “benché i detenuti non superassero le 50.000 presenze, l'Amministrazione penitenziaria tra sprechi ed inefficienze dimostrava la propria inadeguatezza verso qualsiasi tipo di emergenza di cui poi, negli istituti, facevano le spese esclusivamente i poliziotti Penitenziari. Dopodiché - aggiunge - la politica provvedeva alla nomina di un nuovo e ben remunerato Capo del Dipartimento, e i problemi aumentavano perché, come ai giorni nostri con l'ennesimo magistrato Ionta, chi comanda l'Amministrazione, nei fatti, della stessa non si occupa minimamente”.

L'Osapp ha denunciato l'arrivo di telefonate anonime con insulti rivolti alla polizia penitenziaria e lettere minatorie al direttore e al comandante del carcere di Regina Coeli da almeno un paio di giorni, da quando cioè tre agenti dei baschi azzurri risultano indagati per omicidio preterintenzionale nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi. “L'avevamo previsto - afferma Beneduci - D'altronde se viene criminalizzato l'intero corpo di polizia penitenziaria gli insulti sono la prima diretta conseguenza. Rispetto a tutto questo il ministro Alfano come al solito si preoccupa di ben altro, e il capo del Dap Ionta pronuncia la solita formula di rito, visto che non gli rimane altro. Ionta è un magistrato che ha fiducia di quella magistratura che speriamo, assai presto, tornerà ad esercitare”. L'Osapp lamenta “che il carcere, così come funziona in Italia, con 65.000 detenuti e 41.000 posti disponibili, è violento di per sé, non per volontà o inefficienza dei poliziotti penitenziari”.



Da "Nsd" 2009


___________________________________________

 A distanza di due anni da queste affermazioni e dagli episodi che le hanno suscitate, mi sembra doveroso affermare che se il carcere , inteso come luogo fisico, è violento di per sè perchè non rieduca, perchè l'assistenza sanitaria è carente, perchè i detenuti sono spesso persone avezze a comportamenti aggressivi, è altrettanto vero che tutto ciò non giustica le troppo frequenti e consuete aggressioni da parte della polizia penitenziaria.


 Coloro che tutelano la legge devono per primi rispettarla.


 Gli insulti, le botte, la mancanza di intervento precoce quando necessita, sono all'ordine del giorno in ogni carcere italiano.


 Il carcere fa paura a tutti coloro che direttamente o indirettamente ne sono venuti a contatto, ma non sono certo le  le sbarre che spaventano.                                


   Elledizeta




Nessun commento:

Posta un commento