Dal Blog "Valter Marcone Osservatorio di confine"
“LA BELLEZZA NONOSTANTE”di Fabio Geda, Transeuropa edizioni, pagg. 83, 10 euro
È capitato che da alcuni anni collaboro con il Salone del Libro di Torino all’interno di un progetto che si chiama Adotta uno scrittore. Inizialmente gli scrittori erano “adottati” dalle scuole, ma io, tre anni fa, ho deciso di farmi adottare dal carcere minorile di Torino, il Ferrante Aporti. In quella occasione ho conosciuto Mario, il maestro, e insieme abbiamo organizzato e gestito un laboratorio sulla narrazione che è sfociato, il primo anno, in un documentario di Rai Educational – potete vederlo suhttp://www.fuoriclasse.rai.it/new/dettaglio_puntata.aspx?IDPuntata=430 e il secondo anno in un audio documentario per Radiorai 3 . Da quest’ultima esperienza è anche nato il progetto “La bellezza nonostante”, edito da Transeuropa.
Il lavoro rende liberi, recitava un cartello posto in un luogo orrendo. Ma è vero, e dobbiamo rimpadronirci di questo motto. Il problema è che bisogna farlo con passione, il lavoro. Qualunque esso sia. E per trovare il lavoro che si può fare con passione bisogna conoscere molto bene se stessi. Tutto parte da qua: conoscere bene se stessi, indagarsi, non avere paura di abitarsi, di entrare in profondità nel nostro io. E poi sperimentare, essere curiosi, essere onesti.
Penso che la società sta cambiando e che noi stiamo faticando a starle dietro. Le migrazioni stanno trasformando l’Europa e a nuove sfide noi opponiamo troppo spesso gli stessi vecchi stratagemmi, a nuove domande offriamo le solite vecchie risposte stantie. Bisogna allargare il pensiero. Lasciare che le nuove sfide trasformino anche noi.
“LA BELLEZZA NONOSTANTE”di Fabio Geda, Transeuropa edizioni, pagg. 83, 10 euro
Il nuovo libro di Geda è un monologo dall’andamento teatrale di un maestro che insegna in un carcere minorile, la Montagnola, ovvero il Ferrante Aporti. È una storia vera, come tutte quelle dei libri di Geda. È la storia del maestro Mario che, ora insieme alla moglie Chiara, dopo le magistrali si trova ad insegnare in aule dove pensava non sarebbe mai entrato e che invece hanno segnato la sua vita. Ha toccato il disagio, quello vero, dei ragazzi poveri nell’Italia del boom, sostituiti nel corso degli ultimi tempi da una nuova generazione di senza futuro, i ragazzi stranieri. Nelle storie di quei ragazzi è racchiusa la storia del nostro Paese.
Come è stato l’incontro con queste due figure?

Il libro si apre con uno splendido paragrafo sull’importanza di far bene il proprio mestiere, qualunque esso sia. Un insegnamento, direi, quasi eversivo, di questi tempi…

La voce del maestro Mario descrive la vita dei ragazzi in carcere, fatta di un tempo infinito che la scuola in qualche modo deve riempire. Mario sostiene anche che il carcere sia cambiato negli ultimi anni: ora ci sono quasi soltanto ragazzi stranieri, che spesso fuori non hanno nessuno ad aspettarli. Cosa pensi a proposito?

Il titolo del libro è la missione del maestro Mario – credere nella bellezza, nonostante tutto, nonostante il disagio, le sofferenze. Perché dalla bellezza si sviluppa la solidarietà. Secondo me questo potrebbe essere un comandamento per camminare più sicuri oggi. Sei d’accordo?
La bellezza è negli occhi delle persone. Siamo noi a illuminare i luoghi che frequentiamo con il nostro sguardo. E con le nostre orecchie. Pensiamo alla bellezza dell’ascolto, ad esempio. Simone Weil diceva: “La più grande forma di altruismo, oggi, è l’attenzione”. Siamo distratti, e non troviamo il tempo per riconoscere la bellezza del diverso e dell’inatteso.
http://blogleomajor.wordpress.com/2011/03/31/intervista-a-fabio-geda/
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