Via di Torre Argentina 76, 00186 Roma
Tel. 06689791 - Fax: 0668805396
Carissimo/a
siamo finalmente in grado di inviarti la documentazione necessaria per presentare il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Ti chiediamo scusa per il ritardo, ma abbiamo dovuto mettere a punto i contenuti per rendere più incisiva l’iniziativa alla luce di alcune “contromisure” messe in atto dal Dipartimento per scongiurare una possibile “valanga” di ricorsi.
In allegato a questa lettera ti mandiamo le istruzioni per compilare il ricorso con i tuoi dati e per spedirlo direttamente e personalmente alla Corte.
Nel caso in cui tu non possa nominare per questo ricorso il tuo avvocato di fiducia (il nome e l’indirizzo va indicato nell’apposito spazio del ricorso), puoi indicare uno degli avvocati del Comitato Radicale per la Giustizia Piero Calamandrei che svolgerà la sua prestazione a titolo gratuito:
- Avv. Gian Domenico Caiazza, Viale Cola di Rienzo 111, 00192 ROMA – fax 06 3215057
- Avv. Giuseppe Rossodivita, Via R. Grazioli Lante 5, 00195 ROMA – fax 06 45481807
- Avv. Alessandro Gerardi, Viale del lavoro 31, CIAMPINO (RM) – fax 06 79329539
- Avv. Mauro Fonzo, Corso Cavour 84, 06034 FOLIGNO (PG) – fax 0742 340038
- Avv. Flavia Urciuoli, Viale Cola di Rienzo 111, 00192 ROMA – fax 06 3215057
- Avv. Michele Capano, Via C. D. Fiore 36, 84132 SALERNO - fax 089 3867753
- Avv. Deborah Cianfanelli, "Defilippi & Associati", Via Severino Ferrari 4, 19124 La Spezia Fax 0187 575012
Una volta compilato il ricorso, prima di spedirlo a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno alla Corte (vedi indirizzo nelle istruzioni) assieme alla fotocopia di un documento di identità e a quella del provvedimento che dispone la detenzione in carcere, devi fotocopiarlo in duplice copia: una la tratterrai per inserirla nel tuo fascicolo personale, l’altra dovrai inviarla al Comitato Radicale per la Giustizia Piero Calamandrei – Via di Torre Argentina 76 – 00186 ROMA.
Tieni presente che quanto agli spazi minimi che ogni detenuto deve vedersi assegnati secondo la Corte, questi sono di almeno 7 mq per le celle singole e almeno 3mq per le celle con più di un detenuto. Ai fini dell’accoglimento del ricorso però contano molto altri parametri, come il tempo quotidiano che un detenuto è costretto a passare in cella, l’accesso alla luce e all’aria (ampiezza delle finestre), e il WC che deve essere separato dalla cella stessa per assicurare un minimo di privacy.
Rendere aderenti le carceri italiane al dettato costituzionale secondo il quale le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato è un atto di giustizia che deve essere compiuto.
Infine, volevamo farti sapere che, con Marco Pannella, stiamo proseguendo e rilanciando la lotta per l’Amnistia. Per questo ti alleghiamo anche un articolo che Marco ha scritto per il quotidiano L’Altro.
Ti auguriamo ogni bene
Rita Bernardini Antonella Casu
(deputata Radicale) (Segretaria di Radicali Italiani)
C o r t e E u r o p e a d e i D i r i t t i d e l l’ U o m o
C o n s i gl i o d ’E u r o p a
S t r a s b u r g o - F r a n c i a
R I C O R S O
Presentato in applicazione dell’art. 34 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo e degli articoli 45 e 47 del Regolamento della Corte
I. LE PARTI
- IL/LA RICORRENTE:
1.Cognome: ______________ 2. Nome: __________________________
Sesso: ____________
3.Nazionalità: ________________________________________________
4. Professione: _______________________________________________
5. Data e luogo di nascita: _____________________________________
6. Domicilio: _________________________________________________
7. Tel_________________________
8. Indirizzo attuale : ____________________________________________
Rappresentato/a e difeso/a da
9. Nome e cognome del rappresentante: ______________________________
10. Professione del rappresentante: Avvocato
11. Indirizzo del rappresentante: ____________________________________
12. Tel._________________________ Fax _______________________
B.L’ALTA PARTE CONTRAENTE:
13. Repubblica Italiana
II. Esposizione dei fatti.
Il/la sottoscritto/a è detenuto/a presso _____________________________ dal giorno _____________________
Dalla medesima data è ristretto/a nella sezione________in una cella di mq________, unitamente ad altre _________persone e pertanto dispone personalmente di ________mq di spazio individuale.
Nella cella, ove l’aereazione e l’illuminazione naturale sono assicurate da una finestra di dimensioni ________________, l’istante trascorre, complessivamente, almeno _______ore su 24, potendo uscire dalla stessa soltanto per un totale di _________ ore.
La cella è dotata/non è dotata di servizi igienici separati e non esiste/esiste, dunque, la possibilità di farne un utilizzo privatamente ed al riparo degli sguardi degli altri detenuti.
III. Esposizione delle violazioni della convenzione lamentate dal ricorrente nonché delle relative argomentazioni.
Riguardo alle caratteristiche dei locali in cui i detenuti devono soggiornare ed alle condizioni della detenzione, si richiamano l’art. 6 della legge n. 354 del 26 luglio 1975, gli articoli 6 e 7 del decreto presidenziale n. 230 del 30 giugno 2000, nonché l’articolo 18 delle Norme penitenziarie europee, adottate con raccomandazione Rec(2006)2 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa.
Doveroso, e ugualmente indispensabile, appare il richiamo all’art. 3 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo, così come applicato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. La CEDU ha, infatti, più volte ricordato (casi Saadi c. Italia, sentenza del 28 febbraio 2008 e Labita c. Italia, sentenza del 6 aprile 2000) che l’art. 3 consacra uno dei valori fondamentali delle società democratiche in quanto proibisce in termini assoluti la tortura e le pene o i trattamenti inumani o degradanti, quali che siano i comportamenti della vittima, imponendo allo Stato di assicurare che tutti i prigionieri siano detenuti in condizioni compatibili con il rispetto della dignità umana, che le modalità di esecuzione del provvedimento non provochino all’interessato uno sconforto e un malessere di intensità tale da eccedere l’inevitabile livello di sofferenza legato alla detenzione e che, tenuto conto delle necessità pratiche della reclusione, la salute e il benessere del detenuto siano assicurati in modo adeguato (Kudla c. Polonia, sentenza di Grande Camera del 26 ottobre 2000).
Al riguardo, va tenuta presente anche la disposizione del Comitato europeo per la Prevenzione della Tortura e dei trattamenti o delle pene inumani o degradanti del Consiglio d’Europa, il quale ha fissato a 7 m2 per persona la superficie minima suggerita per una cella di detenzione, oltre ai 2 m di distanza tra i muri, nonché, 2,50 m di distanza tra pavimento e soffitto.
Di tali norme la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha fatto pratica applicazione in numerose sentenze, affermando in particolare che in taluni casi la mancanza di spazio personale per i detenuti, (meno di 3 metri quadrati) giustifica, di per sé, la constatazione della violazione dell’articolo 3 della Convenzione (Aleksandr Makarov c. Russia, n. 15217/07, 12 marzo 2009; Lind c. Russia, n. 25664/05, 6 dicembre 2007; Kantyrev c.Russia, n. 37213/02; Andreï Frolov c. Russia, n. 205/02, 29 marzo 2007; Labzov c.Russia, n. 62208/00, 16 giugno 2005, Mayzit c. Russia, n. 63378/00, gennaio 2005), mentre in altri casi ha rilevato che per il rispetto dell’art. 3 della Covenzione devono essere presi in considerazione altri aspetti delle condizioni di detenzione quali, ad esempio, la possibilità di utilizzare i servizi igienici privatamente, l’areazione disponibile, l’accesso alla luce naturale e all’aria aperta, la qualità del riscaldamento e il rispetto delle esigenze sanitarie di base.
Da ultimo la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo è intervenuta con sentenza di condanna anche nei confronti dello Stato Italiano, con sentenza del 16 luglio 2009 (SULEJMANOVIC c. Italia - ricorso n. 22635/03) con la quale ha affermato la violazione dell’art. 3 della Convenzione in caso analogo a quello dell’odierno istante.
IV. Esposizione relativa ai requisiti di cui all’art. 35 § 1 della Convenzione.
16.-17.-18. Quanto alla condizione di ricevibilità relativa alla decisione interna definitiva, si rappresenta che rispetto alla specifica violazione dei diritti e delle libertà non sussiste nell’ordinamento interno, ut supra rappresentato, alcuna forma di tutela in via giudiziaria.
Pertanto, non è stato possibile adire alcuna autorità nazionale essendo assente nell’ordinamento interno qualsiasi strumento idoneo a tutelare, nella fattispecie in esame, le libertà e i diritti della cui violazione in codesta sede ci si duole.
V. Esposizione relativa all’oggetto del ricorso e domande provvisorie per un’equa soddisfazione.
Tutto ciò premesso,
- accertato che i fatti si sono svolti come indicato in narrativa nel paragrafo dedicato;
- verificato il rispetto delle condizioni di ricevibilità;
- fatte salve eventuali ulteriori deduzioni in fatto ed in diritto e correlative allegazioni probatorie;
Voglia Codesta Ecc.ma Corte, in accoglimento del presente ricorso, condannare lo Stato Italiano per la violazione dell’articolo 3 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali, disponendo contestualmente, ai sensi dell’art. 41 della medesima Convenzione ed in considerazione della circostanza per la quale il diritto interno non permette di rimuovere le conseguenze di tali violazioni, una equa soddisfazione alla parte lesa, in termini di pubblica condanna dello Stato Italiano per aver violato i diritti sanciti dall’art. 3 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo.
A seguito di grave offesa dell’integrità psico-fisica subita in virtù delle condizioni di detenzione suddette, il/la sottoscritto/a reclama, per detrimento morale, una somma dell’ammontare, almeno, di € 1.500,00 (Euro Millecinquecento/00).
Chiede, altresì, di condannare lo Stato Italiano al rimborso delle spese e dei costi del presente procedimento.
VI. Altre istanze internazionali investite della causa
Le doglianze oggetto del presente ricorso non sono state sottoposte dal ricorrente ad altra istanza internazionale di inchiesta o di regolamento.
VII. Documenti Allegati in copia
1) Documento d’identità
2) Provvedimento che dispone la detenzione in carcere
VIII. Dichiarazione e firma.
Il/la sottoscritto/a dichiara, in coscienza e fede, che le informazioni riportate nel presente ricorso sono esatte.
Luogo e data
In fede
Corte Europea dei diritti dell’uomo
Consiglio d’Europa
Strasburgo - Francia
Il/la sottoscritto/a__________________________________, nato/a a _____________________________il______________________, e domiciliato/a in_____________________________________________________________, tramite la presente conferisce speciale
procura
all’Avvocato_____________________________________, con studio in__________________, Via_______________________________, affinché lo/la rappresenti e difenda dinanzi a Codesta Ecc.ma Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nell’instaurando procedimento introdotto con ricorso individuale per l’accertamento e la condanna dello Stato Italiano per la violazione dell’ articolo 3 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali, in virtù della condizione detentiva cui sottoposto.
All’uopo conferisce al nominato rappresentante ogni potere e facoltà previsto dalle regola di procedura dinanzi a Codesta Corte.
Luogo e data
In fede
_________________________________________________________________________
ISTRUZIONI
OGGETTO: Nota esplicativa relativa alla compilazione e, successiva, spedizione del ricorso
Gentile Signore
Le indicazioni che seguono sono destinate ad aiutarLa a compilare il formulario allegato, con il quale potrà presentare, ai sensi dell’art. 34 della Convenzione, ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo.
Come potrà constatare, tale ricorso si suddivide in otto rubriche; alcune delle quali contenenti spazi vuoti che Lei sarà tenuto a riempire al fine di fornire tutti i dati richiesti dal Regolamento interno della Corte.
Troverà qui di seguito le indicazioni specifiche che si riferiscono a ciascuna rubrica.
- LE PARTI: Nel primo riquadro, negli appositi spazi, dovrà indicare i Suoi dati personali (Cognome, Nome, Sesso, Nazionalità, Professione, Data e Luogo di nascita, Domicilio, Numero di telefono ed Indirizzo attuale), mentre nel secondo dovrà specificare i dati del Suo Avvocato (Nome e Cognome, Indirizzo, Numero di telefono e/o fax).
- ESPOSIZIONE DEI FATTI: Il fatto lamentato va esposto in modo chiaro e dettagliato indicando, negli appositi spazi vuoti, in quale Casa Circondariale Lei è detenuto e da quale data. Successivamente dovrà specificare in quale Sezione dello stesso carcere si trova; i mq relativi alla Sua cella; il numero di persone con le quali è tenuto a dividere la stessa, nonché il numero di mq disponibili, per ognuno dei detenuti, all’interno della Sua cella. Ancora, deve essere indicata la dimensione della finestra (altezza, lunghezza) presente nella cella e il numero di ore che vengono trascorse all’interno della stessa. Infine dovrà specificare, barrando con la penna, se la Sua cella è dotata di servizi igienici personali.
- ESPOSIZIONE DELLE VIOLAZIONI DELLA CONVENZIONE LAMENTATE DAL RICORRENTE NONCHE’ DELLE RELATIVE ARGOMENTAZIONI: In questa rubrica pre-compilata non dovrà aggiungere o specificare nulla.
- ESPOSIZIONE RELATIVA AI REQUISITI DI CUI ALL’ART.35 § DELLA CONVENZIONE: In questa rubrica pre-compilata non dovrà aggiungere o specificare nulla.
- ESPOSIZIONE RELATIVA ALL’OGGETTO DEL RICORSO: In questa rubrica pre-compilata non dovrà aggiungere o specificare nulla.
- ALTRE ISTANZE INTERNAZIONALI INVESTITE DELLA CAUSA: In questa rubrica non dovrà aggiungere o specificare nulla.
- DOCUMENTI ALLEGATI: Dovrà allegare, in copia, un Suo documento di riconoscimento ed il provvedimento in virtù del quale è stata disposta la Sua detenzione in carcere (es. ordine di esecuzione della pena definitiva)
- DICHIARAZIONE E FIRMA: Dovrà apporre la data ed il luogo, oltre alla sua firma leggibile.
Nell’ultima pagina del formulario di ricorso dovrà compilare la Procura speciale apponendo, nel primo riquadro i Suo dati personali (Cognome e Nome, Luogo di nascita e data, indirizzo del domicilio), mentre nel secondo il nome, il cognome e l’indirizzo dello studio del Suo avvocato. I dati del Suo Avvocato riportati nella Procura speciale devono essere identici a quelli indicati nella prima pagina del ricorso (Vedi I. LE PARTI). Alla fine del foglio va apposto, nuovamente, il luogo e la data, nonché la sua firma leggibile.
Una volta compilate, negli appositi spazi vuoti, tutte le indicazioni richieste, il suddetto ricorso va inviato (dopo averne fatte almeno 2 fotocopie), per raccomandata con ricevuta di ritorno, al Cancelliere della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo al seguente indirizzo: Cour européenne des Droits de l'Homme, Conseil de l' Europe, F - 67075 Strasbourg-Cedex.
Una delle due fotocopie del ricorso va inviata a Comitato Radicale per la Giustizia Piero Calamandrei – Via di Torre Argentina 76 – 00186 ROMA; l’altra fotocopia deve trattenerla nella Sua documentazione personale.
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