martedì 23 agosto 2011

Carceri al collasso, la Liguria è al quinto posto in classifica

Carcere di Marassi - Genova
Genova -
 Sette Regioni italiane rischiano il collasso del sistema penitenziario, dovuto a un sovraffollamento insostenibile delle carceri. 
Tra queste c’è anche la Liguria, che occupa il quinto posto della classifica al negativo. Il sottosegretario alla giustizia, Giacomo Caliendo, aveva recentemente proposto un progetto di depenalizzazione per dare respiro ai penitenziari liguri. Anche il neo-Guardasigilli Nitto Palma sembra essere favorevole all’idea di commutare alcuni reati penali in crimini amministrativi.
I penitenziari scoppiano: 40 nuovi arrivi ogni 24 ore. È già finito l’effetto innescato dalla legge sulla detenzione domiciliare e dalla cancellazione del reato di clandestinità.
 L’ennesimo allarme sull’invivibilità delle carceri, per le persone recluse e per chi ci lavora, è lanciato dall’Osapp. «Dopo la diminuzione di presenze di Ferragosto, nelle carceri italiane è ripresa la crescita della popolazione detenuta con un media di 40 ingressi in più al giorno», sottolinea Leo Beneduci, segretario del sindacato autonoma di polizia penitenziaria. «Osservando i dati sulle presenze detentive del 19 agosto (66.605), e dal 21 (66.660) al 22 agosto (66.754) - prosegue Beneduci - quella che emergerebbe è anche la cessazione degli effetti deflattivi provocati dalla legge sulle detenzioni domiciliari per chi ha 12 mesi di pena residua e della decadenza del reato di immigrazione clandestina. Comunque 66.754 detenuti in carcere, rappresentano il 46,3% in più rispetto ai posti disponibili (45.647) anche se la capienza detentiva massima tollerabile è fissata, secondo a 69.126 detenuti».
Il leader dell’Osapp (l’organizzazione sindacale autonoma della polizia penitenziaria) invoca poi un intervento del governo e parla delle regioni peggio piazzate nella classifica di tollerabilità della capienza massima delle carceri: «Il limite invalicabile del sistema penitenziario è stata superata in 7 regioni su 20 e in particolare: in Puglia (+582 detenuti), in Lombardia (+287), in Veneto (+178), nelle Marche (+135), in Liguria (+79), in Friuli (+62) e in Emilia Romagna (+20). La Puglia, con l’80% in più di detenuti (pari a 1.982 reclusi), detiene anche il record negativo delle presenze detentive rispetto ai posti disponibili, seguita dalla Lombardia con il 73% in più (4.038), dall’Emilia Romagna con il 68% in più (1.640), dal Friuli con il 65% in più (355) e dal Veneto con il 62% in più (1.225). La situazione, per drammaticità, promiscuità e illegalità è tutt’altro che in via di miglioramento e permane inalterato, come ha ricordato il Presidente della Repubblica a fine luglio, l’abisso che separa la realtà carceraria dal dettato costituzionale sulla funzione rieducatrice della pena e sui diritti e la dignità della persona. Il Parlamento e il Guardasigilli - conclude Beneduci - non indugino nell’esame e nell’adozione di provvedimenti urgenti non più differibili».

fonte: http://www.ilsecoloxix.it/

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