sabato 27 agosto 2011


Caso Franceschi, madre s'incatena davanti Eliseo: consegna lettera per Carla Bruni

ultimo aggiornamento: 25 agosto, ore 20:57
Viareggio (Adnkronos) - Daniele morì in circostanze mai chiarite nel carcere di Grasse, nel sud della Francia. Dall'autopsia sarebbe morto per cause naturali. Ma la signora Antignano, quando potè vedere la prima volta il figlio, in quell'occasione, per l'autopsia a Nizza, lo trovo' con il volto tumefatto e il naso fratturato
Ricorre oggi il primo anniversario della morte di Daniele Franceschi, il 36enne di Viareggio (Lucca) morto in circostanze mai chiarite nel carcere di Grasse, nel sud della Francia, dove era detenuto con l'accusa di falsificazione e uso improprio di carte di credito in un casino' della Costa Azzurra. La madre, Cira Antignano, accompagnata dall'avvocato Aldo Lasagna, e' tornata a Parigi, dove dice di essere pronta a incatenarsi davanti all'Eliseo per mantenere alta l'attenzione sulla vicenda.
La signora Antignano cerca, da un anno, di riavere indietro dalle autorita' transalpine gli organi del figlio, tuttora in Francia, dove sono stati espiantati per l'autopsia. Dalle lettere del figlio emergerebbero maltrattamenti subiti nella struttura penitenziaria di Grasse, confermati anche da alcune testimonianze raccolte in carcere. Dall'autopsia eseguita in Francia, Daniele sarebbe morto per cause naturali. Ma la signora Antignano, quando pote' vedere la prima volta il figlio, in quell'occasione, per l'autopsia a Nizza, lo trovo' con il volto tumefatto e il naso fratturato.
Elementi confermati dall'esame autoptico svolto in Italia. Il problema, tuttavia, e' quello delle probabili lesioni interne, che i medici e le autorita' del carcere francese avrebbero sottovalutato, fino alla morte di Daniele. L'impossibilita' di svolgere un'ulteriore autopsia e la rimozione degli organi interni dal cadavere, il suo stato di elevata decomposizione, non hanno permesso di chiarire i dubbi. ''Io - afferma Cira Antignano - voglio giustizia, anche se so solo che non potro' mai darmi pace''.
Prima si e' incatenata davanti all'Eliseo, poi e' riuscita a consegnare una lettera per Carla Bruni. ''La speranza e' l'ultima a morire, ma dell'inchiesta non si sa ancora niente'', e' il commento di Cira Antignano, che oggi era a Parigi, in occasione del primo anniversario della morte del figlio Daniele Franceschi, il 36enne di Viareggio (Lucca) deceduto in circostanze mai chiarite nel carcere di Grasse, nel sud della Francia, dove era detenuto con l'accusa di falsificazione e uso improprio di carte di credito in un casino' della Costa Azzurra.
''Sono andata all'Eliseo, mi sono incatenata - racconta la donna - Poi sono arrivati i poliziotti. Non volevano che stessi li'. Poi sono venuti due funzionari e mi hanno detto che potevo entrare, e allora ho lasciato una lettera per Carla Bruni'', nella speranza che la 'premiere dame' si attivi per risolvere la vicenda.
La signora Antignano cerca, da un anno, di riavere indietro dalle autorita' transalpine gli organi del figlio, tuttora in Francia, dove sono stati espiantati per l'autopsia. Dalle lettere del figlio emergerebbero maltrattamenti subiti nella struttura penitenziaria di Grasse, confermati anche da alcune testimonianze raccolte in carcere.
Dall'autopsia eseguita in Francia, Daniele sarebbe morto per cause naturali. Ma la signora Antignano, quando pote' vedere la prima volta il figlio, in quell'occasione, per l'autopsia a Nizza, lo trovo' con il volto tumefatto e il naso fratturato. Elementi confermati dall'esame autoptico svolto in Italia. Il problema, tuttavia, e' quello delle probabili lesioni interne, che i medici e le autorita' del carcere francese avrebbero sottovalutato, fino alla morte di Daniele.
L'impossibilita' di svolgere un'ulteriore autopsia e la rimozione degli organi interni dal cadavere, il suo stato di elevata decomposizione, non hanno permesso di chiarire i dubbi.

fonte: (Adnkronos)

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