giovedì 11 agosto 2011

Gino Rannesi e il "processo lungo"



Anche Gino Rannesi commenta, con rabbia e tanta amarezza, l’approvazione da parte del Senato del progetto di Legge sul cosidetto “Processo lungo”  e sulla prospettiva di voler negare il rito abbreviato e ogni beneficio penitenziario alle condanne all’ergastolo… Ecco lo sfogo di Gino (.....):
Basta!!! Non voglio più sentire alcun TG.    A detta di molti pare che si stia materializzando l’ennesima legge ad persona. Il guaio è che con essa, ancora una volta, pare che saranno colpiti i carcerati. Si fa una legge ad persona e per “renderla meno amara” si colpiscono le persone comuni.  Niente più rito abbreviato per i reati che prevedono l’ergastolo.” Nessuno spiega che però che cosa sia realmente il rito abbreviato e a cosa serva. Il rito abbreviato non si chiede per ottenere lo sconto di pena. Lo si chiede ad esempio quando la “difesa” dell’imputato ritiene che, sulla base della documentazione acquisita da parte dei p.m., le prove a carico del proprio assistito non siano tali da fargli rischiare una condanna. Il rito abbreviato gli consentirà di giungere in tempi ragionevoli alla sentenza di assoluzione. Ma, nel caso in cui lo stesso dovesse essere condannato, la pena massima non potrà superare i 30 anni. Lo “sconto” deriva dal fatto che la richiesta del rito abbreviato comporta la rinuncia  ad ascoltare i numerosi eventuali testimoni a discolpa che l’imputato potrebbe citare, ecc… ecc… Di conseguenza,  alla possibilità  che si possa giungere alla scarcerazione per la decorrenza dei termini.
Quindi, un processo rapido, che più delle volte si conclude con l’assoluzione. Rapido, quindi meno costoso, e con meno risorse da impiegare da parte dello Stato. Chiedere il rito abbreviato è un azzardo, ma con il c.d. il rito normale, per giungere ad una sentenza di assoluzione o  di condanna definitiva, nella migliore delle ipotesi,  ci vogliono almeno 10 anni. Anni che l’imputato a torto o a ragione passerà in galera.
Inoltre, pare che nel pacchetto già approvato al Senato, vi sia una legge che vieterebbe qualsiasi beneficio penitenziario ai condannati all’ergastolo. Gli ergastolani ostativi se la ridono, infatti, questi sono già esclusi da ogni qualsiasi beneficio. Morale della favola: l’ergastolo ostativo sarebbe stato esteso a tutti.  
Ne sapremo di più nei prossimi giorni.
In compenso, però, taluni soggetti potranno far durare i loro processi quanto basta perché questi vadano in prescrizione. Però non ditelo a nessuno, facciamo finta di niente, altrimenti per l’ennesima volta dovremmo subirci tutta la storia che loro sono onesti. E che lo dimostra il fatto che loro hanno reso il carcere duro, ancora più duro. Come se l’infliggere sofferenze a uomini inermi, renda i loro carnefici persone giuste e oneste. Ed infine eccola qua, la legge che sancirebbe senza dubbio alcuno che chi viene condannato all’ergastolo non potrà mai più uscire dal carcere. E questo a prescindere dal contesto in cui sarebbe maturato il delitto… bene. Gli stessi che per le loro malefatte non vogliono neanche essere indagati, continuano a macellare persone ormai inermi da decenni. Questa è la vita. C’è chi può e c’è chi non può. Non ridete forcaioli: la libertà la stanno togliendo anche a voi…
Conscio del fatto che questo mio scritto risulterà meno “brillante” del solito.
Buone vacanze a tutti. Ci risentiamo a settembre. Se Dio vuole.

Come passeranno il ferragosto gli ergastolani in lotta per la vita di Spoleto?
Ammazzando zanzare. Causa stress e nervosismo, taccio e chiudo, che è meglio…
Gino. Agosto 2011.

fonte: Le Urla dal Silenzio

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