giovedì 25 agosto 2011

Domiria marsano… permessi per essere madre



Domiria Marsano è la prima detenuta che ci scrive…
Ne seguiranno anche altre, anche perchè stiamo facendo in modo che il Blog venga conosciuto anche in alcune carceri femminili. Il nostro spazio vuole coinvolgere anche le donne, oltre che gli uomini.
Ma lei è la prima a scriverci…. è detenuta nel carcere di Lecce.
Quella che leggerete oggi non è la sua prima lettera.. ma la seconda.. e voglio pubblicarla, come pubblicherò anche altre cose che ci invierà Domiria.
Domiria è una bella persona.. che scrive bene.. e soprattutto ha anima.. cerca di resistere.. cerca di trovare il sorriso nonostante sia un percorso duro il suo e ci siano amarezze che penetrano come chiodi nell’anima.
Domiria ha una figlia.. Maria. Immaginate già cosa è per una madre non potere stare quotidianamente vicino alla propria figlia.. e anche gli scrupoli e i tormenti interiori che ne nascono. Domiria ha sempre rifiutato di avere colloqui in carcere con la figlia per non farle avare esperienze emotivamente scioccanti. Domiria fino a poco tempo usufruiva di permessi premio, per vederee la figlia, ogni 45 giorni. Recentemente, pue essendo calato il fine pena, si è passati a concedergli permessi (un pò più lunghi) ma circa ogni 4 mesi. Immaginate cosa significa per una madre dovere aspettare 4 mesi per vedere la propria figlia? Davvero auspichiamo che il Magistrato di Sorveglianza di Lecce riconsideri la tempistica dei permessi in relazione  alla delicatezza della situazione che vive una donna in queste condizioni, e del bene superiore della figlia piccola, bene che si dovrebbe fare in ogni modo affinchè non venga compromesso.
Vi lascio adesso a questa lettera della nostra nuova amica.. la nostra prima AMICA…:-)
Domiria Marsano… carcere di Lecce…
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(….)
Chissà quante ne senti, ed ora mi sono aggiunta anche io e mi sfogo, chiedendoti se questo ha un senso.. a cosa può servire?
Non cambia mai nulla  e chi dovrebbe e potrebbe intervenire sa bene che sopravviviamo in condizioni d’illegalità, immoralità e disumanità. Non sono stupidi, sono semplicemente egoisti e privi di senso della collettività.
Avevo presentato richiesta di peremesso  premio l’ uno luglio 2011, non specificando la data, in quanto il mio imperatore romano di riferimento è moooolto suscettibile. Avevo per questo fatto presente all’educatrice che il 12 agosto era il compleanno i mio fratello, il 16 i mio pare e il 17 si sposava mio cugino (figlio della sorella i mio padre). Insomma una concomitanza i eventi. In data 29 luglio 2011, dopo varie insistenze, riuscivo a fermare nel corridoio l’educatrice, la quale mi faceva presente di avere impiegato più tempo a scrrivere la relazione, perchè doveva “trovare” le parole per indicare le date!!! (..) ma mi ha assicurato che era in partenza.  Ieri, non vedendomi arrivare alcuna notifica di permesso, mi sono attivata per chiedere informazioni alla matricola, ed ho scoperto che non era stato inviato in quanto non pervenuto!! Questo a causa della mancanza di premura dell’educatrice e della Direzione… “persa” in un labirinto di incombenze che restano tutte insolute. A vicenda hanno cercato di scaricarsi la responsabilità e di giustificarsi.
In realtà sarebbe bastata la famosa “diligenza del buon padre di famiglia” nello svolgere il loro operato!
Caro Alfredo, non so se sono una detenuta “strana”, ma l’unico sostegno e interessamento che ho avuto è stato solo e sempre da parte della polizia penitenziarria. Forse perchè ci conoscono. a volte megliio di noi stessi, avendo modo di osservarci nella quotidianità per tanti giorni, mesi, anni. Forse perchè sono un pò reclusi anche loro, o magari si sono stancati di vedermi!!! Hahaha. So che questo mio concetto non è molto condiviso nel posto in cui vivo.
Ho deciso comunque di non effettuare più colloqui con l’area trattamentale. Probabilmente non se ne accorgeranno neanche. Mi sento tradita e ingannata proprio da chi dovrebbe, per professione di conseguenza ideali, credere nell’individuo, comprenderne le ragioni e guidarlo alla reintegrazione nella società civile.
In realtà sono una stupida. Dovevo  capirlo da quando l’educatrice, vedendomi per il primo colloquio, mi pose come prima la seguente domanda.. “credevo fossi un 575, visto il fine pena, invece?.. le risposi… “soo un 648, anche se non mi sento né l’uno né l’altro, credo di essere Domiria”. Eppure ho continuato a non voler vedere, sono una sognatrice.
A proposito di sogni… come un tam tam rimbalza l’eco confuso e disordinato di un prossimo atto di clemenza. Non ci credo.. però la fantasia corre.
Se l’incubo finisse, vorrei tanto passare almeno  24 ore filate lontano dai muri, da qualsiasi muro. Andare in uno spazio sconfinato dove l’orizzonte finisce solo perchè lo sguardo non arriva oltre. Il giorno dopo prenderei la piccola Maria (mia figlia), infilerei in uno zaino, no, forse mi servirebbe un borsone.. tutte le cartacce dei miei guai giudiziarii e andrei sulla spiaggia; accenderei un bel falò e brucerei tutto. Terminato questo rito, di corsa all’aeroporto di Brindisi.. volo per due per Parigi. Sono stata più volte in Francia, ma Parigi non l’ho mai vista. Porterei Maria a Disneyand.. a “cibarci” al “Pizza Planet”!!! Sono proprio come Buz convinta di poter volare verso l’infinito e oltre…
Mi sa che ha ragione lo sceriffo Woody… sono solo caduta con stile (mica tanto..haha…) nelle “malebolge”…
Come mai sono allinferno se sono viva? Sono viva, io sono viva.. o forse no?
Ora ricordo, rubo (tanto per cambiare!!!) un termine che qui piace qualcuno… “avevo rimosso”.. ecco.. la vedo la mia lapide con sopra inciso:
FU DOMIRIA MARSANO NATA L’11 – 02 -1977
CIVILMENTE MORTA IL 29 – 07 – 2006
Ciao Alf,
Domiria











All’attenzione dell’Illustrissimo Magistrato di Sorveglianza

Ill.ma   Dott.ssa Emanuela Foggetti.
da un pò di tempo dobbiamo presentare memorie inerenti le udienze richieste tramite mod. 13, affinchè il Magistrato di Sorveglianza possa valutare le motivazioni dei colloqui.
Per questo le scrivo quanto segue:
Dal 2008 usufruisco di permessi premio che, inizialmente mi venivano concessi ogni 45 giorni circa, al fine di rendere più frequenti gli incontri con la mia bambin minore, di anni 10. In seguito, pur essendo calato il fine pena, i permessi sono stati diradati nel tempo, mentre sono aumentati i giorni di permanenza all’esterno concessi.
Fermo restando che il beneficio non è un diritto che spetta obbligatoriamente, ed è la Sv. Ill.ma a stabilire i tempi e le modalità, non posso esimermi dall’evidenziare le difficoltà che il cambiamento ha causato per il mio equilibrio, e soprattutto per quello della piccola Maria. Come le ho già rappresentato, non effettuo colloqui all’interno dell’Istituto per evitare  alla bimba il calvario materiale ed emotivo dell’ingresso in carcere. Dopo un lungo e faticoso percorso, pieno di sofferenze e autocritica, ancora di più ho elaborato la convinzione che solo io devo pagare per gli errori commessi, radicando in me l’idea di rinuncia per amore, al fine di tutelare Maria.
Ora, non credo sia opportuno tornare sui miei passi, ma non è ipotizzabile una riappropriazione del ruolo genitoriale con incontri ogni tre mesi.
Se la S.V. Ill.ma  ritiene che io sia meritevole di permessi premio, Le chiedo se fosse possibile la concessione degli stessi ad una distanza di tempo più breve, magari per meno giorni. So che è difficile credere ad una persona il cui biglietto da visita è un ampio fascicolo, per quanto i contenuti dello stesso siano di scarsa valenza criminale, tant’è che tutto ciò che ho commesso è lì su quelle carte. Le sto pagando tutte, a caro prezzo, esclusa nessuna. Intentendo la legalità nel senso più ampio  del termine, e cioè non solo come sicurezza e ordine pubblico, ma anche come moralità collettiva, forse c’è una certa equità nella pena inflittami. Considerando però la vivibilità delle patrie galere italiane, che non ledono il patrimonio, bensì i diritti inviolabili della persona, il principio eterno di buono et equo sfuma fin quasi a scomparire. Non voglio inoltrarmi di più su quest’argomento, perchè finirei col ripetere problematiche note a tutti.
Sul mio “curriculum giudiziario” ci sono solo le azioni che mi hanno condotto fin qui. Ma la prego, non confini il mio essere di ieri e di oggi in un cumulo di provvedimenti. E’ vero.. “le circostanze non fanno una persona, la rivelano”.
Auspicando di essere stata esaustiva e comprensibile, La ringrazio anticipatamente per l’attenzione e La ossequio.
Lecce 10 agosto 2011
Domiria Marsano


fonte: Le Urla dal Silenzio

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