martedì 16 agosto 2011

No a nuovi indulti Carceri al collasso, dopo le ferie si pensa alla depenalizzazione

Giacomo Caliendo

Genova - No a indulto e amnistia, sì a un piano di depenalizzazione: è il pensiero di Giacomo Caliendo, sottosegretario alla Giustizia, espresso questa mattina al termine della visita istituzionale nel carcere di Marassi, nel capoluogo ligure.
«Non è necessario alcun provvedimento di clemenza, perché le amnistie e gli indulti, che ci sono stati negli scorsi anni, hanno risolto solo temporaneamente il problema - ha detto Caliendo - Abbiamo un “piano carceri” che dovrebbe essere realizzato al più presto e, nello stesso tempo, stiamo mettendo insieme una commissione per presentare, dopo le ferie, un progetto di depenalizzazione per alleggerire il peso sulle carceri».
Per quello che riguarda il cosiddetto “piano carceri”, ha aggiunto Caliendo, «i soldi sono già stanziati, sono già state fatte le pratiche amministrative e burocratiche per realizzare le opere attraverso l’istituzione del commissario straordinario e sono pronte le gare d’appalto per i primi padiglioni».
Il sottosegretario ha aggiunto che la situazione del carcere di Marassi rappresenta «emblematicamente la situazione di tutta Italia: ci sono circa 800 detenuti, e la situazione è difficile, ma, nonostante una riduzione del numero degli agenti, la polizia Penitenziaria riesce a gestire la situazione magnificamente».
Infine, Caliendo ha accennato anche alla difficile situazione carceraria di Savona: «Conosco bene la situazione, e questa è una delle piaghe che dovremo risolvere».
Poco prima della visita di Caliendo, della questione aveva parlato Roberto Martinelli, segretario generale del sindacato Sappe, che tutela gli interessi della Penitenziaria: «Il sovraffollamento degli istituti di pena è una realtà che umilia l’Italia rispetto al resto dell’Europa». Martinelli, inoltre, ha fatto sua «l’impietosa osservazione fatta nei giorni scorsi dal presidente Napolitano, che ha sottolineato con forza come ciò sia dovuto al peso gravemente negativo di “oscillanti e incerte scelte politiche e legislative”, tra tendenziali depenalizzazione e “de-peninteziarizzazione” e “ciclica ripenalizzazione”, con un crescente ricorso alla custodia cautelare, abnorme estensione della carcerazione preventiva».
«È grave - aveva aggiunto Martinelli - che la classe politica, dopo avere visitato in massa le carceri, non sia ancora stata in grado di trovare soluzioni politiche e amministrative al tracollo del sistema penitenziario italiano, come invece trovò nel 2006, con la fallimentare legge dell’indulto. Rinnoviamo ai tanti rappresentanti dei cittadini, in particolare a quelli che in occasione di Ferragosto si sono recati o si recheranno in carcere, l’invito e il monito a non sottovalutare la portata storica del loro gesto, riducendolo a un gesto di mera passarella mediatica».
Infine, qualche dato sulla situazione della Liguria, dove «gli istituti di pena sono al collasso»: nel 2010, ha riferito Martinelli, «23 detenuti hanno tentato il suicidio, 220 hanno compiuto atti di autolesionismo, 61 hanno posto in essere i ferimenti, 2 sono stati i suicidi e 5 le morti per cause naturali e quasi 1500 sono stati i detenuti coinvolti in manifestazioni su sovraffollamento e condizioni di vita interne, proteste che si sono concretizzate in scioperi della fame e soprattutto nella percussione dei cancelli e delle inferriate delle celle».
In particolare, a Marassi, l’anno scorso si sono registrati tra i detenuti «6 tentativi di suicidio, 3 decessi per casi naturali, 111 episodi di autolesionismo, 93 detenuti hanno fatto lo sciopero della fame, 17 hanno rifiutato la somministrazione delle terapie mediche e in 82 casi sono stati registrati danneggiamenti di beni in uso ai detenuti e due mancati rientri dalla semilibertà o da permessi premio».
Nonostante tutto questo, aveva concluso Martinelli, «l’organico della polizia Penitenziaria nelle sette carceri della Liguria, che dovrebbe contare 1264 unità, in realtà ha 850» addetti.
fonte: http://www.ilsecoloxix.it/

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