giovedì 4 agosto 2011

Uno Stato canaglia


Giuseppe Di Maio, T. G., Luigi Belbello, Antonio Padula, Cosimo Intrepido, Salvatore Di Matteo, Nazareno Matina, Agostino Castagnola, Vincenzo Lemno, LucianoB., Salvatore Pepe, W. D., Ilina Ioan, Carlo Saturno, Mehdi Kadi, Adriana Ambrosini, Ilie Nita, Mario Di Fonso, detenuto albanese, Giuseppe Denaro, Jean Jaques Olivier Esposito, Vasile Gavrilas, Gianluca Corsi, Jon R., Ciprian Florin Gheorghita, Salvatore Camelia, Antonino Montalto, Mahmoud Tawfic, Michele Massaro, Massimo B.
Nomi, uno dietro l'altro. Sono gli esseri umani che si sono ammazzati nella vergogna a cielo aperto delle carceri italiane dell'inizio dell'anno.
Una lista di nomi, cognomi e sigle, niente di più.
Intanto il caldo morde, l'inferno diventa sempre più insopportabile e nelle prigioni si deve combattere col coltello tra i denti per una doccia, per una passeggiata, per una visita in infermeria.
Un paese che tollera un'indecenza come questa è uno stato canaglia: proprio come quelli che di solito si bombardano, previo accorato dibattito parlamentare e conseguente decisione unanime di finanziamento, allo scopo di "esportare la democrazia".
Uno stato canaglia. Né più, né meno.
A volte penso che se tanto mi dà tanto qualcuno dovrebbe prendersi la briga di bombardare anche noi.
fonte: http://metilparaben.blogspot.com/

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