domenica 7 agosto 2011


Dal libro




L’amnistia oggi
Recentemente si è tornati ad evocare l’amnistia per sanare gli strascichi giudiziari seguiti alle lotte sociali. Ma il pericolo è quello di veder prevalere soluzioni minimaliste che si accontentino di una semplice, seppur utile, depenalizzazione d’alcune infrazioni minori, quando in realtà l’arsenale giuridico impiegato dalla magistratura s’avvale oramai d’un ventaglio d’ipotesi d’accusa molto più ampio e insidioso, come i reati di natura associativa presenti nel famigerato capitolo secondo, dei delitti contro la personalità interna dello Stato. D’altronde, dopo l’11 settembre, le direttive europee hanno invitato i paesi membri ad includere nella nozione di terrorismo forme di lotta tradizionalmente impiegate dai sindacati e dai movimenti sociali, oltre a designare come un possibile movente «terrorista» il dissenso politico contro i governi.
La disproporzione di forze e mezzi repressivi, che da alcuni anni vengono impiegati contro forme d’illegalità politica a bassa intensità, tipiche del dissenso sociale diffuso, ormai è tale da assomigliare alla pretesa di cacciare dei passeri con una portaerei. È auspicabile, dunque, che le forze sociali, motore delle lotte degli ultimi anni, uniscano le proprie energie per lanciare una campagna politica sull’amnistia e l’indulto, il ripristino del quorum a maggioranza semplice, come indicava in origine l’art. 79 della costituzione, e il riassorbimento della legislazione d’emergenza, nella quale si annidano le tipologie di reato più insidiose, oggi impiegate per colpire l’azione dei movimenti.
L’istituto della proposta di legge d’iniziativa popolare può essere uno strumento utile per aprire una vertenza dal basso che agisca come una leva sulla politica istituzionale. Di questi tempi dal Palazzo non pioverà mai nulla senza una spinta sociale esterna che faccia da volano per una trasformazione della giustizia penale (riforma del codice e abolizione dell’ergastolo) e penitenziaria (riforma estensiva della Gozzini).
fonte: http://insorgenze.wordpress.com/

Nessun commento:

Posta un commento