domenica 21 agosto 2011

La doppia pena nelle carceri italiane


La pena, dice l'articolo 27 della Costituzione, non può consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e deve tendere alla rieducazione del condannato. 
Anche senza conoscere dall'interno lo stato dei penitenziari italiani (esperienza che comunque arricchirebbe chi voglia intervenire sul tema) i numeri di un'emergenza continua spiegano quanto siamo lontani – in Italia, ma non solo – da un uso corretto della privazione della libertà: al 31 luglio c'erano 66.942 detenuti invece dei 45.681 posti regolamentari.
 Due terzi di queste persone, tra l'altro, trattenute senza un "titolo" adeguato, cioè una sentenza definitiva di condanna.

Il problema, oltre all'uso eccessivo della custodia cautelare, è un legislatore che invece di depenalizzare, puntare a pene alternative e cioè alla rieducazione, continua a intervenire con leggi che talvolta "obbligano" i pm ad arrestare chiunque e comunque. 
Col rischio di finire come in California, dove la Corte suprema ha obbligato la remissione in libertà per sovraffollamento di 40mila detenuti (22% del totale): situazione «indecorosa», ha scritto la Corte, che porta a punizioni «esagerate e crudeli», in palese violazione dell'VIII emendamento.
fonte: http://www.ilsole24ore.com/

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