mercoledì 31 agosto 2011

Chiude il carcere modello di Gorgona. Gli abitanti dell'isola: "Aiutateci a ripartire"

Tutto ruota attorno al carcereE' che tutto sull'isola ruota attorno al carcere. Anche la vita dei (pochissimi) civili. Perché se si rompe un gruppo elettrogeno o se c'e un problema al dissalatore è il carcere che lo deve risolvere...



Le “Cene Galeotte” sbarcano all’isola di Gorgona

Un evento unico dall’alto valore sociale che vedrà coinvolti i detenuti dell’isola di Gorgona, nell’arcipelago toscano, nella preparazione di una cena aperta al pubblico.
In cucina ad aiutare i carcerati, il noto giornalista enogastronomo Leonardo Romanelli. Lunedì 8 agosto, le Cene Galeotte sbarcano nella Colonia Penale dell’isola di Gorgona, per una “summer edition” ancor più ricca di emozioni e di risvolti sociali. L’appuntamento dall’alto valore benefico che vede i carcerati impegnati nella realizzazione di una cena aperta al pubblico, dopo le numerose e fortunate edizioni realizzate nella casa di reclusione di Volterra (PI), fa tappa nella splendida isola dell’arcipelago toscano.
Una evento unico che permetterà ai partecipanti (prenotazione obbligatoria allo 055.2345040) di attraccare sulla piccola isola e vivere un’esperienza indimenticabile come quello di entrare in un carcere particolare come quello di Gorgona, dove le celle non hanno sbarre e i detenuti svolgono numerose attività fuori dalla struttura come l’allevamento delle orate e la coltivazione degli ortaggi.
Un carcere modello a “cielo aperto” che soltanto per una sera trasformerà la Casa del Pescatore, uno spazio vista mare, in un ristorante esclusivo. In cucina la brigata composta da detenuti/cuochi sarà aiutata da Leonardo Romanelli, giornalista enogastronomo e volto noto della fortunata trasmissione chef per un giorno in onda su La7. Il servizio vini sarà affidato alla Fisar, delegazione storica di Volterra, che per l’occasione in abbinamento al menu proporrà i bianchi offerti dall’azienda pisana Podere La Regola di Riparbella (www.laregola.com).



LIVORNO – 
Gli abitanti dell'isola di Gorgona hanno sempre contato sulla presenza del carcere, ma ora che il penitenziario potrebbe avviarsi alla chiusura, si interrogano sul loro futuro e su quello dell'isola.
''I gorgonesi se non vogliono veder ridurre la loro isola a terra di nessuno, devono mobilitarsi da subito per tornare, abitare ed organizzare una vita civile sull'isola'', e' l'appello di alcuni abitanti di Gorgona, l'isola piu' piccola dell'Arcipelago Toscano (e' larga due chilometri e lunga tre), di fronte a Livorno (ne dista 18 miglia) di cui e' frazione.
Il carcere-modello, dove i detenuti lavorano all'aperto, coltivano la terra, allevano animali e pescano, per decisione del ministero della Giustizia potrebbe andarsene – scrivono gli abitanti – dopo 142 anni di convivenza tra la colonia penale e l'isola.
''Tanti pericoli – scrive il comitato 'Abitanti Isola di Gorgona' – potrebbero nascondersi dietro questa chiusura, forse maggiori di quelli attuali, per la sopravvivenza del paese e degli abitanti, se non si sapra' gestire il dopo-carcere''.
Sull'isola, che fa parte del Parco dell'Arcipelago Toscano e il cui nome (dal greco) vuol dire sirena poiche' il suo profilo ricorda il volto di una donna che affiora dall'acqua, vive poco piu' di un centinaio di persone, tra abitanti, detenuti e agenti della polizia penitenziaria. L'accesso e' sottoposto a rigidi controlli e dal primo gennaio non fa neppure piu' scalo il traghetto della Toremar.
fonte: Blitz quotidiano

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