venerdì 5 agosto 2011

Miracolo! Forse fare la spesa in carcere non sarà più una cosa da ricchi


Ristretti Orizzonti, 4 agosto 2011

Da giovedì 28 luglio 2011 una circolare del Capo del Dap, Franco Ionta, introduce qualcosa di molto nuovo nella politica dei prezzi del Sopravvitto: “…il tariffario modello 72 (NdR quello relativo ai prodotti in vendita al sopravvitto), deve compatibilmente con le esigenze d’ordine e sicurezza, essere il più ampio possibile e prevedere tre o quattro articoli dello stesso genere tra cui vanno inseriti anche i prodotti di diversa qualità e quindi a prezzi più modesti”.
Che cosa cambierà?

Cambierà che per lo meno non ci sarà più la “dittatura del prodotto unico”, un unico tipo di caffè, magari fra i più cari, un unico tipo di riso, di olio, di biscotti. No, la Circolare su questo parla chiaro, l’offerta deve essere ampia e prevedere prodotti “a prezzi più modesti”.

Ma come è avvenuto il piccolo miracolo?

Prima tappa: ogni indagine sui prezzi del sopravvitto, basata su un confronto dei prezzi con quelli dei supermercati, non portava mai a niente, perché le differenze tra prezzi “dentro” e prezzi “fuori” non erano molto significative

Seconda tappa: finalmente siamo venuti a capo dei meccanismi del sopravvitto, primo fra tutti la mancanza totale di alternative, per ogni genere l’offerta è un solo prodotto, spesso di marca e costoso (Vedi la ricerca “Fare la spesa in carcere: paghi tre, prendi due”)

Terza tappa: nasce una iniziativa di Ristretti Orizzonti, che organizza due settimane di astensione dalla spesa nella Casa di reclusione di Padova, per sollevare il problema della estrema povertà di tanti detenuti e dei prezzi spesso inaccessibili del sopravvitto. Interviene il Direttore della Casa di reclusione, chiedendo alla ditta del sopravvitto di introdurre alcuni prodotti a prezzi meno cari, e di fatto la lista dei generi in vendita si arricchisce di qualche possibilità di scelta (non un solo caffè a 3.39 euro per 250 gr, ma una alternativa della stessa marca a 1.80 euro). Intanto i parlamentari radicali, e Rita Bernardini in particolare, sollevano il problema degli appalti del vitto e del sopravvitto, e della loro scarsa trasparenza.

Quarta tappa: all’incontro del 27 luglio tra il Capo del Dap, Franco Ionta, e i rappresentanti delle associazioni che hanno sottoscritto il documento “Sovraffollamento: che fare” e le “Proposte minime per la riduzione del danno da sovraffollamento”, Ionta comunica di aver avviato un’indagine interna sul sopravvitto e di essere intenzionato a dedicare una circolare a questa questione

Quinta tappa: Il 28 luglio viene firmata e diffusa la circolare Servizio Sopravvitto e problematiche correlate

Sesta tappa: Ristretti Orizzonti sottolinea gli elementi di novità della circolare (fine della “dittatura del prodotto unico”) e decide di promuovere, coinvolgendo i giornali delle carceri e le associazioni di volontariato, un Gruppo di monitoraggio sull’applicazione della circolare nelle diverse carceri, e più in generale sulla questione del Vitto e del Sopravvitto.


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